Andrea Cuomo
Centoquaranta caratteri non possono più bastare. Twitter annuncia la rivoluzione tanto attesa, quella delle misure. Presto i cinguettii raddoppieranno il tonnellaggio, passando dagli amati-odiati 140 caratteri a 280. Il due per uno del social network più snob che ci sia realizzerà il sogno di chi da tempo chiedeva più spazio per le sue spesso trascurabili considerazioni; e che finora aveva ottenuto soltanto successi parziali, come lo storno dal conteggio dei 140 caratteri dei link o della menzione degli utenti con cui si conversa. Se il tweet supererà lo spazio visibile, la parte nascosta sarà visualizzabile cliccandoci sopra. La novità è stata annunciata ieri mattina dal fondatore del social con l'uccellino, Jack Dorsey, che subissato dalle critiche ha qualche ora dopo precisato: «Fateci lavorare. Ciò che conta adesso è spiegare chiaramente perché questa modifica sia importante e dimostrare a tutti che è un miglioramento». I messaggi extralarge saranno per il momento testato da un panel di utenti tra i quali non figura il supertiwittatore presidente degli Usa Donald Trump, precisazione resasi necessaria dopo che qualcuno aveva così bacchettato i fondatori di Twitter: «Grazie di aver regalato a Donald Trump il doppio dello spazio piuttosto che trovare una soluzione al caos da lui creato con 140 caratteri».
Spiegano i soloni dell'azienda che la novità serve a ridurre il gap tra le lingue supersintetiche dell'estremo Oriente (giapponese, cinese, coreano) in cui 140 caratteri sono tantissimi, e quelle occidentali (inglese ma anche italiano) nelle gli utenti sono costretti ai salti mortali per far stare tutti i loro profondi concetti in un solo messaggio. Ma l'extended play nasconde il tentativo disperato di Twitter di ritrovare lo smalto dei primi tempi. Esperimenti condotti da Twitter hanno dimostrato che, paradossalmente, quando le persone non sono costrette a comprimere le idee in 140 caratteri twittano di più. E questo è obiettivo fondamentale per una piattaforma in crisi, che non riesce a far crescere gli utenti attivi, da anni fermi attorno a 320 milioni al mese, molto meno del pop e accogliente Facebook (vicino ai due miliardi) ma anche del cinese Qzone e di Instagram, entrambi sui 600 milioni.
E anche i conti economici sono un mezzo disastro: nel quarto trimestre del 2016 la perdita netta è stata pari a 167,1 milioni di dollari e il titolo, che alla quotazione in borsa, nel 2013, valeva 45 dollari, vale ora meno di 17 dollari. I cinguettii più lunghi salveranno l'uccellino?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.