Rizzo: «Rifondo il Pci con Vattimo e Gramsci jr»

Rizzo: «Rifondo il Pci con Vattimo e Gramsci jr»

RomaAntonio Gramsci ritorna a Montecitorio, quasi novant'anni dopo averlo lasciato. Non è il fondatore del PCdI, che proprio oggi compirebbe 124 anni, ma il suo omonimo nipote, flautista, seduto in sala stampa alla Camera al fianco di Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista, da lui rifondato un anno fa. Rizzo ha organizzato la conferenza stampa per annunciare l'iscrizione al partito del filosofo Gianni Vattimo e dello stesso Gramsci Jr, in occasione del 94esimo anniversario della nascita, a Livorno, del partito Comunista d'Italia.

Bell'incrocio di date e nomi.

«La suggestione di un Antonio Gramsci che ritorna alla Camera c'è tutta. Ed è un discendente diretto: Antonio è figlio di Giuliano, il secondogenito di Gramsci. È nato a Mosca, è madrelingua russo e poi ha imparato l'italiano. Fa il musicista, ma ha anche scritto dei libri sulla sua famiglia. Sabato saremo a Livorno per il comitato centrale e alle 17, insieme a Gramsci Jr, porteremo una corona di fiori davanti alla facciata del teatro San Marco - che ora ospita un asilo - per ricordare la nascita del partito Comunista d'Italia. Ovviamente invitiamo tutti i compagni a partecipare».

Alla Camera con voi c'era anche Vattimo.

«Sì, nel frattempo anche Vattimo si è iscritto al nostro costituendo partito comunista, che ha già aderito a una internazionale formata da 20 partiti comunisti e operai d'Europa».

Tra lei e il filosofo in passato c'è stato qualche screzio.

«Più d'uno. Nel Pdci, quando eravamo entrambi candidati, finimmo per querelarci. E queste due denunce, poi ritirate, ci hanno invece permesso negli anni di conoscerci e di apprezzarci».

E di ritrovarvi nello stesso partito. Ma c'è ancora spazio per il comunismo?

«Con il sistema capitalistico in chiara crisi irreversibile, direi proprio di sì».

E con gli scricchiolii tra le correnti del Pd, magari potreste accogliere qualcuno dei dem scontenti...

«Veramente noi puntiamo sui giovani e sui lavoratori.

Quanto al Pd, che dire? Hanno cancellato la loro ideologia e hanno evocato l'apprendista stregone, Matteo Renzi. Che è arrivato e gli ha mollato un calcio nel sedere. E adesso che si voltano indietro per farsi difendere dal partito, si accorgono che il partito non c'è più: l'hanno distrutto loro...».

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