Politica

Zan, la bomba di Fico: "Nessuna ingerenza"

Alle preoccupazioni sulla contrazione delle libertà di pensiero derivanti dal ddl Zan del Vaticano ha risposto Roberto Fico, ospite di Agorà

Roberto Fico contro il Vaticano: "Parlamento sovrano, non accettiamo ingerenze"

La nota verbale della Santa sede allo Stato italiano in cui si manifesta preoccupazione per la limitazione della libertà di pensiero nel caso in cui il ddl Zan venisse approvato nella sua attuale stesura sta facendo molto discutere a tutti i livelli. Dopo le dichiarazioni a favore di social da parte di Fedez e di Elodie, eletti maître à penser del pensiero unico (ma solo su certi temi) si è fatta sentire la voce istituzionale, quella di Roberto Fico. Il presidente della Camera dei deputati è intervenuto nel programma Agorà su Rai3 per difendere il ddl Zan, chiedendo al Vaticano un passo indietro nelle questioni dello Stato italiano.

"Come rispondere alla richiesta del Vaticano di modificare il ddl Zan? È molto semplice, il Parlamento è assolutamente sovrano, i parlamentari decidono in modo indipendente quello che vogliono o non vogliono votare", ha dichiarato Roberto Fico. Il presidente della Camera, quindi, ha proseguito: "Il ddl Zan è già passato alla Camera ed è stato votato, frutto di discussione e dibattito nelle commissioni e in Aula, adesso è al Senato e quindi fa la procedura parlamentare normale. Noi come Parlamento non accettiamo ingerenze, il Parlamento è sovrano e tale rimane sempre".

Lo Stato Vaticano ha chiesto maggiore attenzione all'Italia sulla base dell'articolo 7 della Costituzione italiana, che dice: "Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi". Il Concordato tra Stato e Chiesa è considerato alla stregua di un trattato internazionale, che regola i rapporti tra i due Stati. Ma a differenza dei normali trattati internazionali, essendo i Patti inseriti nella Costituzione, questi non possono essere modificati unilateralmente senza modificare la Costituzione, ma solo in caso di accordo bilaterale. Infatti, come si specifica nel terzo comma dell'articolo 7 della Costituzione, "le modificazioni dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale". Lo Stato Vaticano si è limitato a ricordare all'Italia l'esistenza del Concordato e, in base a quello, è stato chiesto di verificarne l'accordanza con il ddl Zan.

Ma prima di Roberto Fico, è stato Alessandro Zan, primo firmatario della legge che porta il suo nome, parlare di ingerenze dal suo profilo Twitter: "Vanno ascoltate tutte le preoccupazioni e fugati tutti i dubbi, ma non ci può essere alcuna ingerenza estera nelle prerogative di un parlamento sovrano".

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