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Rogo del grattacielo: i pannelli del palazzo altamente infiammabili

Il materiale di rivestimento avrebbe agito da conduttore trasformando l'edificio in torcia

Rogo del grattacielo: i pannelli del palazzo altamente infiammabili

Milano. Macché Alucobond! All'indomani del rogo della Torre del Moro di via Antonini che domenica pomeriggio ha lasciato senza tetto ben 70 famiglie, si era fatto un gran parlare di questo materiale, ovvero dei pannelli preverniciati in alluminio e sostanze minerali difficilmente infiammabili o ignifughe che, a detta di tutti - compresa l'amministrazione condominiale - avrebbero dovuto costituire il rivestimento interno del grattacielo di 18 piani che in pochi minuti si è trasformato in una torcia incandescente dopo le fiamme sprigionatesi dal penultimo piano. Da ieri però le indagini della Procura di Milano - che sull'incendio ha aperto un fascicolo per disastro colposo affidandosi ai riscontri del Nucleo Investigativo Antincendi dei vigili del fuoco delle Capannelle di Roma - hanno raggiunto un risultato importantissimo scoprendo che proprio quei pannelli sono in realtà fatti di un materiale plastico sintetico altamente infiammabile e che a temperature elevate si scioglie. Un risultato che purtroppo dà corpo ai primi sospetti degli investigatori.

Il materiale incriminato che costituisce il rivestimento dell «Torre» nello specifico è una sostanza di cui non è stata ancora definita l'esatta qualificazione in quanto all'Aggiunto Tiziana Siciliano e alla pm Marina Petruzzella mancano alcuni documenti tecnici, ma che - ormai sarebbe una certezza per i tecnici dei pompieri - avrebbe agito da conduttore rendendo in sette minuti il rogo incontrollabile. Il fatto che si sia sciolto è dimostrato dalle «pozze» formatesi ai piedi dell'edificio nel momento in cui il grattacielo è andato a fuoco, fortunatamente senza causare vittime.

Adesso l'inchiesta - attraverso la quale si sta ricostruendo la dinamica dell'incendio con particolare riguardo all'aspetto della sicurezza - tra i vari capitoli, non solo punta a stabilire l'esatta composizione dei pannelli ma anche se questi corrispondano a quanto dichiarato nella pratica edilizia presentata in Comune.

«A questo punto sorge spontanea una domanda: quali controlli vengono fatti e da chi in seguito alla presentazione di pratiche edilizie in Comune? Si accertino subito le responsabilità e chi ha sbagliato paghi. Palazzo Marino, dopo la relazione dei vigili del fuoco sui materiali, si costituisca parte civile» è l'invito di Riccardo De Corato, assessore Regionale alla Sicurezza in Regione e membro della Direzione nazionale di Fratelli d'Italia.

Intanto cresce lo sconcerto e la rabbia tra le settanta famiglie rimaste senza casa e che in quel rogo hanno perso tutto.

«Non era una costruzione da gente particolarmente benestante, ma al momento dell'acquisto ce n'erano state decantate le qualità. Senza contare che per comprare la nostra prima casa di proprietà ci abbiamo investito tutti i nostri risparmi» sottolineano in tanti, che adesso si trovano a dover pagare il mutuo per una casa che non c'è più.

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