Roma, aeroporto senza difese Ora il pericolo arriva dal cielo

Lo scalo di via Salaria è a un minuto da tutti gli obiettivi sensibili. Le vie d'accesso alla pista non sono più protette

Roma, aeroporto senza difese  Ora il pericolo arriva dal cielo

Allarme terrorismo a Roma? Le misure prese dal governo e dal ministero dell'Interno per contrastare i rischi sono altissime, ma il pericolo è a portata di mano e arriva dal cielo, con possibile decollo dall'aeroporto internazionale di Roma Urbe, l'unico che si trova nel cuore della Capitale, a un minuto di volo da obiettivi sensibili quali il Vaticano, il Parlamento o il Colosseo. Con un'ordinanza del 20 gennaio, infatti, l'Enac (Ente nazionale aviazione civile) cambia le regole di controllo agli accessi del sito aeroportuale, dedicato per lo più a velivoli bimotore, in cui spesso atterrano personaggi sia nazionali che provenienti da Paesi extraeuropei. Solo per dare qualche dato, i voli sull'Urbe provenienti dall'Europa sono in media 300 l'anno, quelli extra Shengen 31. I varchi doganali di accesso all'aerostazione sono tre: uno che era affidato per delega dalla Dogana alla guardia forestale (oggi confluita nei carabinieri), un altro presidiato da un militare della Guardia di finanza, che effettuava controlli sul mezzi e sulle merci in entrata e uscita. Infine, l'ultimo di competenza della Polizia di Stato (Polaria), ossia quello dove transitavano tutti i soggetti in ingresso.

Dal 21 gennaio, giorno di entrata in vigore dell'ordinanza, il varco, prima presidiato dalla Guardia di finanza, è stato affidato a G«higiHandling & services srl, una società che amministra il deposito fiscale dell'unica attività di distribuzione carburante che si trova proprio all'interno dell'aeroporto e soggetta, finora, dalla dogana, a tre verifiche fiscali l'anno. Dal 21 gennaio può far entrare e uscire, senza alcuna verifica, autocisterne cariche. Peraltro, fonti vicine all'Urbe, fanno sapere che «non si è, al momento, svolta nessuna gara d'appalto per l'individuazione dell'handler che avrebbe gestito o che gestisce l'aeroporto per delega dell'Enac».

Qual è, quindi, il rischio per la sicurezza nazionale? Che un potenziale terrorista possa entrare all'Urbe, rubare un aereo e, in pochi minuti, andarsi a schiantare nel centro di Roma. Vero è che ciò potrebbe avvenire in qualsiasi avio superficie italiana, ma la differenza sta nel fatto che, essendo il sito in questione aeroporto internazionale, i controlli sono obbligatori e previsti per legge. Il militare della Finanza finora impiegato è stato richiamato a Ciampino. La sicurezza al varco doganale, declassato a «passo carraio», dovrà essere garantita «dall'operatore/concessionario». Questo significa che, se entra un pullman, solo l'autista sarà soggetto a controlli da parte della Polaria, mentre la lista dei passeggeri e il controllo di ciò che il mezzo trasporta sarà a carico del gestore, che non ha funzioni di polizia.

Inoltre, gli agenti al secondo cancello non hanno possibilità di controllo delle merci in uscita, in quanto il bendix è rotto da tempo e l'Enac non ne ha previsto la sostituzione. Chiunque può quindi entrare con un mezzo vuoto, prendere l'aereo, andare altrove a caricare armi, esplosivi, stupefacenti o soldi e farli uscire indisturbato.

Gli aerei bimotore se volano a bassa quota sono di più difficile intercettazione. Alcuni mesi fa un velivolo di quel tipo, proveniente dai Balcani, fu intercettato in Basilicata dai caccia dell'Aeronautica militare.

Si abbassò a quota terra e se ne persero le tracce. Per questo, proprio l'Arma azzurra e la Guardia di finanza hanno previsto e attuato un'esercitazione con elicotteri e caccia che serva, in futuro, a prevedere problemi di questo tipo.

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