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Roma blindata per il sultano Erdogan

Visite in Vaticano e al Quirinale. I curdi promettono una piazza ostile

Roma blindata per il sultano Erdogan

La visita del presidente turco Recep Tayyip Erdogan in Italia, a sei anni dalla precedente, cade in un momento particolare e, per molti, infelicissimo. Ovvero, mentre l'esercito da lui inviato oltre la frontiera siriana per una missione discutibilmente battezzata «Ramoscello d'ulivo» martella le postazioni dei «terroristi curdi» nella provincia di confine di Afrin. Logico che la comunità curda in Italia, e non solo quella, sia pronta ad accoglierlo con manifestazioni ostili, mentre già sono partiti gli appelli al presidente Mattarella e al Papa perché non lo ricevano.

Il programma confermato da Ankara prevede che Erdogan sbarchi a Roma (che per l'occasione sarà blindata da 3500 uomini schierati dalla Questura) domani sera e vi si trattenga fino a lunedì. Il suo primo impegno ufficiale sarà la visita in Vaticano, dove lo attendono papa Francesco e il segretario di Stato Pietro Parolin. È la prima visita alla Santa Sede di un presidente turco dal 1959 e tra i vari temi in agenda (crisi siriana, conflitto israelo-palestinese, gestione dei migranti) spicca quello di Gerusalemme capitale d'Israele: Erdogan è tra i più attivi sostenitori della causa palestinese e osteggiatori del riconoscimento della Città Santa come capitale dello Stato ebraico, e conta di trovare nel Papa sostegno alle sue posizioni.

A seguire Erdogan incontrerà Mattarella e il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, oltre a diversi imprenditori italiani. Ma come si diceva la mobilitazione contro la sua presenza in Italia è ampia e variegata. In prima fila ovviamente c'è la rete dei curdi, che denuncia «le mani sporche di sangue di Erdogan», un «criminale che sta uccidendo civili in Siria così come li ha uccisi in territorio turco». Rete Kurdistan ricorda il ruolo di prima fila svolto dalle milizie curde nella vittoriosa guerra contro lo Stato islamico e chiede di «stare accanto al popolo curdo e non a chi ne distrugge la storia e l'identità culturale», annunciando per lunedì mattina a Roma una manifestazione di protesta che sarà però mantenuta dalle forze dell'ordine fuori dall'«area verde» dove non sarà consentito dimostrare.

Un gruppo di intellettuali e politici della sinistra italiana, tra cui Carlo Freccero e il segretario di Si Nicola Fratoianni, hanno scritto un appello rivolto al Papa esprimendo «grande preoccupazione» per la visita; sul fronte opposto anche il leghista Roberto Calderoli si è detto «sconvolto per l'accoglienza che l'Italia e la Santa Sede stanno per riservare al dittatore Erdogan».

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