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Cassese demolisce Roma: "Ecco qual è il vero problema"

Non usa mezzi termini il presidente emerito della Corte Costituzionale, in audizione in commissione Affari costituzionali alla Camera sul disegno di legge per il riconoscimento di uno status giuridico speciale alla città

Il giurista Sabino Cassese
Il giurista Sabino Cassese

“A Roma c’è un problema endemico di capacità amministrativa, al di là degli orientamenti politici di chi la governa; la città è andata decadendo nel tempo”. Non usa mezzi termini Sabino Cassese, presidente emerito della Corte Costituzionale, in audizione in commissione Affari costituzionali alla Camera sul disegno di legge per il riconoscimento di uno status giuridico speciale a Roma Capitale. “Qualsiasi indicatore di efficienza amministrativa nel confronto con altri Comuni italiani come Bologna, Firenze, Milano, Torino – afferma Cassese –conduce a conclusioni molto negative sul Comune di Roma”.

Un giudizio tranciante quello del giurista, che aggiunge: “L’attribuzione di compiti superiori, quindi una rilevanza costituzionale come Regione non corre il rischio di poggiare su spalle troppo fragili, una veste troppo pesante che quindi non potrà essere retta? Non si può pensare di attribuire compiti che richiedono decisioni complesse a un’istituzione che non riesce nemmeno a svolgere funzioni erogative semplici come pulire le strade, tenere le arterie in buone condizioni o trasportare i cittadini”. La stroncatura da parte del presidente emerito della Corte Costituzionale è netta, anche se Cassese non chiude del tutto la porta.

“La strada è aperta dalla modifica del 2001 – spiega – e consente una sperimentazione. Dunque, sarebbe opportuno procedere con una legge ordinaria che contenga una disposizione che preveda un intervento sperimentale, con una durata temporanea, per richiedere poi al legislatore un nuovo intervento dopo un’adeguata verifica”. Per il giurista il Comune di Roma “avrebbe bisogno di almeno dieci anni di bonifica prima di essere eretto a livello superiore. Se venisse premiato con l'attribuzione di compiti legislativi, probabilmente non riuscirebbe nemmeno a svolgerli”.

Roma, con i suoi 1.287 chilometri quadrati, ha una dimensione molto superiore a Napoli e Milano, che hanno 119 e 181 chilometri di estensione, quindi il territorio di Roma è sette volte quello di Milano e dodici volte quello di Napoli. In termini di popolazione parliamo di 2,8 milioni di abitanti contro 1,4 di Milano e meno di 1 milione a Napoli. In termini di popolazione nella città metropolitana Roma si contano 4,3 milioni di abitanti, contro i 3,2 di Milano e i 3 di Napoli. Se però si passa alla popolazione dell’area metropolitana Milano è a 8 milioni di abitanti, 4,9 a Napoli e 4,3 a Roma. “I dati attinenti alla dimensione - evidenzia in conclusione Cassese – non sono determinanti per identificare una specificità. Ritengo che il criterio da seguire sia quello dell’ordinamento di una città che sia al servizio della nazione.

Quindi ritengo di dare priorità alle proposte di legge che affrontano il problema di un raccordo tra lo Stato e il Comune, che può essere realizzato in più modi”.

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