Roma città aperta. Roma rotta, stuprata, devastata, sfregiata, calpestata, dimenticata. Roma ieri era davvero terra di nessuno, con i vandali acquartierati e ubriachi nel cuore di una capitale nuda, da Campo de' Fiori con la statua di Giordano Bruno, quello che un tempo era simbolo del dubbio e della libertà, sommersa di bottiglie vuote, fino a Piazza di Spagna, Villa Borghese, il Lungotevere Flaminio e più in là, dove c'è lo stadio Olimpico. Come in un assaggio di guerra. Tutto questo per i sedicesimi di Europa League. Roma contro Feyenoord. Sono arrivati in più di cinquemila da Rotterdam. Si sapeva. Non sono turisti olandesi in giro artistico per il Grand Tour. Sono hooligans, e infatti quando hanno visto la Barcaccia del Bernini non hanno fatto «ohhh», ma si sono sfogati vomitando birra e rabbia, con un tiro a segno che ha fatto saltare il candelabro centrale. Pensavano fosse una discarica. O ne hanno riconosciuto l'origine, visto che la «barcaccia» veniva usata dagli antichi romani per il trasporto di botti di vino. Vino, non birra.
Non c'è niente da fare. Questa adesso è Roma e lo è da troppo tempo. È una città con le gambe aperte dove chi arriva non ha bisogno neppure di bussare. È quella Stazione Termini in mano ai professionisti dell'accattonaggio. È la Roma dove ci sono coop che fanno affari sulla pelle degli immigrati, con la politica che regala appalti a chi garantisce un bacino di voti utile per primarie e elezioni politiche. È la Roma di Buzzi e Carminati, ma a questo punto è anche la Roma del sindaco Marino, una città eterna che anno dopo anno dilapida il suo capitale di storia e di cultura. È una città che l'Europa ha abbandonato, dimenticando che Roma è simbolo dell'Occidente. Euro, Europa burocratica, Europa con il popolo ubriaco, Europa senz'anima, Europa League. Eppure non possiamo lamentarci, perché la colpa è qui, non siamo in grado di gestire 5000 tifosi, non arrivati per caso, ma con viaggi organizzati e preannunciati. E forse in un altro mondo e in un'altra storia il sindaco e il ministro degli Interni non si sarebbero solo stracciati le vesti, ma avrebbero fatto un passo indietro.
E se la prossima volta non saranno gli hooligans a stuprarci? È questa la domanda che fa paura.Dicono che quelli dello Stato islamico abbiano già lanciato l'hashtag strafottente #romastiamoarrivando. Roma città aperta. Chi vuole se la prende.
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