Il governo della Raggi è solo un poltronificio

Dopo un anno di governo la giunta Raggi si contraddistingue per le nomine, gli annunci spot e i fallimenti nel settore dei rifiuti e della mobilità

Il governo della Raggi è solo un poltronificio

Più poltrone che fatti concreti. Il primo anno di governo di Virginia Raggi a Roma è stato contrassegnato da 227 ordinanze di cui ben 149 riguardano le nomine dei dirigenti o le deleghe assegnate o tolte agli assessori.

Su 258 delibere della giunta pentastellata ben 75 riguardano l’assunzione di personale esterno. Sono stati messi a contratto 102 collaboratori esterni, superando di dodici unità i nominati da Ignazio Marino e di 15 quelli risalenti all’era Alemanno. Come fa notare La Stampa, dopo quattro tentativi andati a vuoto, invece, mancano ancora da nominare il capo di gabinetto e due assessori (Lavori pubblici e Servizi sociali). In un solo anno, poi, sono cambiati il vicesindaco, l’assessore all’Ambiente, quello all’Urbanistica, due volte il titolare del Bilancio.

Per quanto riguarda le municipalizzate quella messa peggio è l’Ama che ha cambiato quattro amministratori delegati e due direttori generali. La Raggi, sui rifiuti, ci gioca la faccia. Il loro smaltimento, per Roma, costa 4 volte quello di Milano perché l’Ama ne ricicla solo il 20% mentre il resto lo paga ai privati o lo manda in Europa. Nell’ultimo anno, poi, la percentuale di raccolta differenziata è scesa al 42%, un punto in meno rispetto a 12 mesi fa e in controtendenza rispetto al +8% degli ultimi anni fa. Non solo. Il nuovo piano industriale prevede una riduzione degli investimenti da 300 milioni previsti per la creazione di nuovi ecodistretti e l’acquisto di mezzi, si passa a soli 110 per i mezzi. Nel frattempo è stato affossato il progetto per il nuovo impianto di compostaggio a Rocca Cencia, inviso ai residenti e da maggio a oggi si sono verificati tre strani incendi negli impianti di trattamento dei rifiuti: a Castelforte, Viterbo e Malagrotta

Nel frattempo, Manlio Cerroni ha annunciato che i due impianti dell’indifferenziata a Malagrotta non tratteranno più 1250 tonnellate di rifiuti al giorno, ma solo 800. L’Ama sta cercando di aprirne uno a Ostia, ma ai vertici del M5S della zona sono contrari e, intanto, i quartieri del versante Est di Roma soffrono. Il Comune sta pensando di togliere all’Ama la gestione diretta della tariffa sui rifiuti per cercare di risolvere il problema del dissesto finanziario visto che otto banche capeggiato da Bnl minaccia la cancellazione di un finanziamento di 600 milioni. Il piano dell’ex ad, Daniele Fortini, prevedeva entro il 2021 di far salire all’80% la quantità di rifiuti trattata direttamente da Ama ma l’ultimo piano industriale approvato – ha abbassato quella stima al 29%. Secondo fonti interne all’azienda l’Ama starebbe aumentando anche il numero di appalti affidati con trattativa diretta anziché che con regolare gara.

In campagna elettorale la Raggi aveva, poi, promesso la rinegoziazione del debito con le banche ma, finora, si è limitata a far votare al Consiglio comunale 143 delibere per il pagamento di debiti fuori bilancio su un totale di 179. Delibere che valgono circa 100 milioni di euro su cui, ora, la Corte dei Conti sta indagando per danni erariali. La giunta ha discusso 25 delibere sulle società partecipate dal Comune, ma del piano di razionalizzazione dell’Ama c’è solo un progetto sulla carta che l’assessore Massimo Colomban sta scrivendo con Paolo Simioni, già amministratore dell’aeroporto di Venezia. Una figura quest’ultima che è nel mirino delle opposizioni per i 240mila euro di stipendio pagato quota parte da ciascuna delle tre grandi società, Atac, Acea e Ama. Il prevede di scendere da 40 controllate a 10-12 aziende, e la vendita di parte delle quote di Adr, Centrale del Latte e della stessa Acea. Finora gli atti più importanti votati in consiglio comunale sono solo due: il via libera preliminare allo stadio della Roma e l’adozione di un nuovo regolamento sugli ambulanti c ribattezzato anche “salva Tredicine” dal nome della famiglia proprietaria di decine di camion e bancarelle. Su 179 delibere, due hanno riguardato l’urbanistica e i trasporti, una sola la cultura, una la scuola.

Ma la Raggi è ormai nota per i suoi annunci come dimostra anche la situazione del manto stradale a Roma e per ovviare alla scarsa manutenzione ha imposto il limite di 30 all’ora sull’ Aurelia, sulla Cristoforo Colombo e sulla Salaria. A marzo la Raggi ha rimesso in strada 15 filobus nuovi fermi da tempo nei garage dell’Atac di cui quattro erano fuori uso dopo sole 24 ore per problemi tecnici. Mentre l’Atac conta più di trecento guasti al giorno ad altrettanti mezzi, l’assessore alla Mobilità, Linda Meleo vuole introdurre sei nuove linee del tram, tre funivie e prolungare la linea B della metropolitana.

A novembre dell’anno scorso il consiglio comunale ha votato una mozione straordinaria per lo scioglimento di Roma Metropolitane, la società che gestisce il cantiere della metro C e la giunta è divisa su dove fermare il tracciato: se al Colosseo, al Corviale o al Flaminio. Alla fine, Colomban nel corso di una riunione della Commissione trasparenza, ha stabilito che Roma Metropolitane va avanti, mozione o non mozione.

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