«Il 14 maggio, tutti a pulire la Capitale».
Ci voleva l'annuncio di Matteo Renzi, che domenica prossima sarà a Roma a guidare una squadra di «Magliette Gialle» armate di ramazza, per svegliare improvvisamente Virginia Raggi dal sonno comatoso in cui è piombata da mesi insieme alla sua giunta.
Ricordandosi di colpo di essere la sindaca, e pure della Capitale, Raggi si è precipitata a giurare che entro il fine settimana, prima cioè della marcia renziana sulla Roma invasa da immondizie e ratti festanti, la città sarà «ripulita». Grazie ad una «task force straordinaria», alla «apertura straordinaria 24 ore su 24 degli impianti di Ama» e persino «grazie al lavoro dei suoi dipendenti».
Tutte cose che, evidentemente, in via ordinaria non esistono. Dopo mesi di ostinate negazioni anche davanti all'evidenza, dopo settimane passate ad escludere che ci fosse un problema di pulizia della Capitale, e poi a sostenere che fosse in corso qualche misterioso «boicottaggio», tipo il famoso complotto dei frigoriferi anti-grillini, la Raggi finalmente ammette che la situazione dei rifiuti romani è al collasso.
Poi si occupa di beni cultuali e annuncia che nella piazza della Fontana di Trevi arriverà una sorta di divieto di sosta per i pedoni. «Stiamo stabilendo non solo turni più intensi, ma anche un percorso di fruizione che non consenta di fermarsi».
Ma cerca subito un capro espiatorio su cui scaricare le colpe del fallimento capitolino, e prova a prendersela con la Regione Lazio, guidata dal Pd Nicola Zingaretti: «I camion di rifiuti non partono perché la Regione non ha previsto impianti e, addirittura, non autorizza l'incremento della capienza di quelli esistenti. Non ci permettono di portar via i rifiuti dalle strade. Renzi dove immagina di portarli? Magari farebbe bene a trasferirli davanti al palazzo della Regione».
Zingaretti però non ci sta a prendersi responsabilità non sue, e passa al contrattacco. «Raggi e il Comune di Roma non hanno voluto l'autorizzazione all'eco-distretto di Rocca Cencia, un sito destinato allo smaltimento di rifiuti organici, quando la Regione Lazio stava per autorizzarlo.
«Salviamo Roma - dice Zingaretti - Il Comune ci dica quali impianti vuole fare e dove. Noi aiuteremo la città come sempre. Ad ora non c'è stata nessuna proposta». E Renzi incalza: «Da un anno la Raggi governa Roma: pulisca la città, se ne è capace. Se non lo è, si faccia aiutare anziché scaricare la colpa sugli altri». Il Pd, dice il segretario, «vuole dare una mano alla città. Senza polemica. Ma proprio per questo non accetteremo mai che gli amministratori comunali provino a buttare la responsabilità addosso al bravo Presidente della Regione, Zingaretti. O a chi c'era prima».
Il disastro romano e le sue ripercussioni sul consenso grillino (insieme alla tempesta sul candidato Palermitano) allarmano lo stato maggiore della Casaleggio.
E Grillo cerca di parare i colpi sulla sindaca con un lungo post in cui - con mirabile sprezzo del ridicolo - denuncia il resto del mondo di perseguitare i grillini e bersagliarli di bufale. Fino a citare la Colonna Infame del Manzoni: «Oggi gli untori», scrive, sono «gli esponenti del MoVimento 5 Stelle».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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