Roma, ultima genialata: la Raggi spegne il fuoco aumentando le tasse

Dopo l'incendio dell'impianto Tmb della Salaria la sindaca infierisce sui contribuenti

Roma, ultima genialata: la Raggi spegne il fuoco aumentando le tasse

Quali sono le prime conseguenze dell'incendio dell'impianto Tmb della Salaria a Roma? Probabilmente un aumento delle tariffe delle tasse sui rifiuti. Insomma a pagarla cara non saranno solo gli autori dell'incendio (nella speranza ovviamente che gli inquirenti riescano a individuare i colpevoli), bensì anche i cittadini romani. Come a dire: cornuti e mazziati. Ieri la sindaca Virginia Raggi ha messo le mani avanti nel corso di un'intervista al Messaggero. Senza l'impianto di via Salaria, spiega, l'Ama, la municipalizzata che gestisce la raccolta rifiuti si vedrà costretta a «esportare» l'indifferenziata fuori regione. Ed è qui che iniziano i dolori per le tasche dei romani. La tassa sui rifiuti, insomma, potrebbe essere ritoccata al rialzo dal prossimo anno.

Il ragionamento della Raggi è semplice: non dipenderà da noi. Saranno i siti di stoccaggio e di smaltimento dell'indifferenziata cui ci rivolgeremo per sostituire l'impianto della Salaria (che ne smaltiva 800 tonnellate al giorno) che potrebbero farci prezzi più alti del previsto. Noi saremo soltanto costretti ad adeguarci. Ovviamente le parole della sindaca non sono state accolte da cori di approvazione. Scontate alcune prese di posizione come quella del Codacons («Qualsiasi aumento della Tari varato dal Campidoglio sarà impugnato nelle sedi opportune al fine di ottenerne l'annullamento»). Meno scontati gli appelli dell'opposizione che sottolineano l'incongruenza tra l'aumento possibile delle tariffe e la qualità del servizio. «A fronte di una raccolta dei rifiuti che ormai vive una situazione di emergenza cronica spiega Annagrazia Calabria, parlamentare di Forza Italia -, i romani già pagano una delle Tari più alte d'Italia: non è pensabile aumentarla ancora, scaricando sui cittadini il peso delle mancate scelte politiche». «Solo il parlare da parte della giunta Raggi di un possibile aumento della tassa dei rifiuti appare una vera e propria provocazione alla città - le fa eco Paolo Cento di Liberi e Uguali -. Siamo di fronte ad un disastro ambientale con conseguenze possibili sulla salute di un'intera popolazione, su cui pretendiamo verità e trasparenza nella pubblicazione di tutti i dati disponibili e non lo scaricabarile sui costi di questa emergenza».

Su una cosa, comunque, tutte le opposizioni concordano con quanto già emerso lo scorso febbraio al momento della pubblicazione di una ricerca dell'Ufficio studi della Uil. Ricerca che dimostrava come le tasse locali di Roma sono già le più care del Paese. Con un costo medio (in una elaborazione puramente matematica) di 2.066 euro su scala nazionale, ma che a Roma diventa di 3.028 euro (contro le 2993 di Torino e le 2571 di Milano).

Nella Capitale, però, non riesce a decollare la differenziata. Per stessa ammissione della sindaca, si è passati negli ultimi due anni dal 42 al 45%. Drammaticamente troppo poco.

Visto che nei piani di questa giunta c'era il raggiungimento del 70% entro il 2021. Intanto l'Arpa (agenzia regionale per la protezione ambientale) ha certificato l'aumento dell'inquinamento dell'aria con valore sopra la norma per quanto riguarda i Pm10 (ovvero le polveri sottili).

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