RomaRosa? E rosa sia. Peccato che Angelino di rose ne abbia almeno quattro e siano tutte zeppe di spine. Il tema è legato al rimpasto di governo dopo che la testa di Lupi è stata fatta rotolare giù dal ministero delle Infrastrutture; dicastero ora assicurato a Graziano Delrio che lascia così lo scranno di sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Sacrificato un suo uomo, Alfano ha però preteso un'altra pedina per il suo partito, ora rappresentato al governo «solo» da se stesso (Interni) e da Beatrice Lorenzin (Salute). Pare che Renzi, nicchiando un po', abbia acconsentito chiedendo però di rispettare la regola della «quota rosa»; vale a dire parità di genere tra uomini e donne all'interno di Palazzo Chigi. La casella vuota è quella del ministero degli Affari regionali, vacante dalla fine di gennaio quando lasciò la piddina calabrese Maria Carmela Lanzetta. Il problema è che nel partito di Alfano, già scosso da mille polemiche legate alle vicende Mattarella e poi Lupi, è partita la guerra per la poltroncina. «Ina» perché il ministero è senza portafoglio ed è imparagonabile quanto a peso specifico rispetto a quello precedentemente guidato da Lupi. Ma ecco le amazzoni alfaniane in corsa. In pole ci sarebbe Dorina Bianchi, calabrese come la Lanzetta, giudicata velenosamente «diversamente renziana», recordwoman di cambi di casacca. Il suo grosso atout? Pare vada d'amore d'accordo con la potentissima ministra Maria Elena Boschi. La sua corsa è intralciata dalle ambizioni delle altre tre, in testa Erminia Mazzoni, napoletana, che ritwitta i cinguettii dei suoi sponsor: «Sarebbe #lavoltabuona per il Sud», « @matteorenzi , sarebbe la scelta più adeguata», «è lei la donna giusta». Alla Mazzoni, vicina a Casini e Quagliariello, era stata assicurato il posto di capolista alle Europee poi, all'ultimo, è stata scalzata da Cesa. Da qui le assillante richieste di una sua ricompensa. Altra sgomitante è la senatrice Federica Chiavaroli, abruzzese vicepresidente del gruppo di Ap, anche lei molto renziana. Fu lei, per esempio, una delle promotrici della famosa lettera con la quale si avvertiva Alfano che molti senatori avrebbe comunque votato per Mattarella, a prescindere dalle indicazioni del segretario. Altra concorrente è la giovane Valentina Castaldini, portavoce nazionale di Ncd e consigliere comunale di Bologna, vicina a Cl e vicina a Quagliariello.
Le une contro le altre armate: l'ennesimo grattacapo per Angelino che vorrebbe tanto sparigliare e non rispettare il «consiglio» del premier di individuare un ministro in gonna. La soluzione migliore per Alfano, infatti, sarebbe quella di mandare al ministero Gaetano Quagliariello, attualmente coordinatore di Ncd.
Se l'operazione andasse in porto, infatti, l'«autolicenziato» Lupi potrebbe prendere il suo posto e Angelino potrebbe evitare l'ennesima sacrificio di Nunzia De Girolamo, sotto attacco come capogruppo a Montecitorio perché troppo poco renziana.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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