Il Rosatellum incassa la terza fiducia. Timori sul voto segreto finale

La Camera approva la terza fiducia al Rosatellum bis. Ora gli occhi sono puntati sul voto finale: è a scrutinio segreto e si temono i franchi tiratori

Il Rosatellum incassa la terza fiducia. Timori sul voto segreto finale

Il Rosatellum bis avanza senza intoppi. Dopo i due "sì" incassati ieri, il governo Gentiloni porta a casa anche la fiducia della Camera sull'articolo 3 e riesce a far approvare anche gli articoli 4 e 5 sui quali, invece, non era stata posta la questione di fiducia. Ora l'Aula esaminerà gli ordini del giorno, in tutto circa 150, e poi si passerà al voto finale, che dovrebbe svolgersi a scrutinio segreto. Ma sono proprio i numeri, che potrebbero mancare al voto finale per opera dei consueti franchi tiratori, a preoccupare.

La partita vera si gioca in un solo colpo, ovvero sul voto finale. "Se dovesse saltare il Rosatellum andrebbe in tilt tutto il sistema", avvertono i più. Ma c'è anche chi è disposto a portare il Paese all'esercizio provvisorio. Nella Lega si nega che siano pronti all'azione franchi tiratori ma soprattutto in Forza Italia, Pd e Ap si fa la conta di chi potrebbe decidare di affossare il sistema di voto. Difficile fare calcoli, i mal di pancia vanno per aree geografiche trasversali più che per schieramenti politici. Tra i dem alla Camera si pensa che una quota di trenta contrari sia fisiologica, ma i peones vengono considerati non "controllabili", delle vere e proprie "mine vaganti". "Di fronte ai propri interessi - argomenta un esponente dem - non c'è leader che tenga".

Ieri tutti i big dem, da Andrea Orlando a Dario Franceschini, erano in Transatlantico per "catechizzare" i propri deputati di riferimento. Al momento agli atti ci sono i "no" alla fiducia di Gianni Cuperlo, Marco Meloni e Franco Monaco. E pesano le perplessità di Giorgio Napolitano. "Ma - argomenta un altro malpancista Pd - le logiche sono personali, chi è al terzo mandato oppure è sicuro di non essere ricandidato spariglierà le carte". In realtà a Montecitorio tra i sottoscrittori del patto prevale comunque un cauto ottimismo, soprattutto qualora arrivasse il soccorso di qualche pisapiano: sulla carta i "sì" sarebbero oltre 400, una cifra che potrebbe sfiorare i 450. Quindi per bocciare la legge le defezioni dovrebbero essere da un minimo di 120 a un massimo di 127 e tutto il fronte del "no" dovrebbe andare in Aula a votare, compatto, senza assenze.

Problemi più concreti

potrebbero manifestarsi più a Palazzo Madama. Da qui l'intenzione della maggioranza di accelerare avviando l'iter del Rosatellum già la settimana prossima, con il via libera definitivo prima del voto in Sicilia.

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