Roma - Le notizie più ghiotte sui collegi elettorali per le prossime politiche riguardano due protagonisti della politica, che spesso vengono associati: Matteo Renzi e Maria Elena Boschi. Per quanto riguarda il primo, la nuova modifica della «mappa» dei collegi elettorali, così come è uscita ieri dalla Commissione affari costituzionali del Senato su proposta del relatore Emanuele Fiano (Pd), vede il comune di Rignano Valdarno passare dal collegio di Livorno a quello di Firenze, dove Renzi è stato primo cittadino. La Boschi, invece, dovrebbe abbandonare il collegio di Arezzo per candidarsi a Pompei. Insomma lascerà la città toscana, con tutte le polemiche che sicuramente scoppieranno in campagna elettorale per la crisi di Banca Etruria (che proprio ad Arezzo ha la sua sede centrale), per approdare a un collegio sicuro. I bene informati giurano che si tratterà del collegio Pompei-Ercolano. La Boschi, infatti, è molto amica del sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto, renziano della prima ora. Il primo cittadino di Ercolano, d'altronde, è in forte ascesa nel Pd campano. Membro della direzione nazionale, Buonajuto fu incoronato dallo stesso Renzi nel corso della Leopolda del 2015. A lui, con ogni probabilità, l'incarico di «preparare il terreno» per la candidatura della Boschi, anche se qualcuno fa notare che alla prova del referendum costituzionale di un anno fa, in tutti i collegi campani vinse il No.
Sono in tutto sedici le modifiche alla mappa presentata dalla Commissione Istat, incaricata per conto del Consiglio dei ministri di definire i collegi elettorali. A favore delle modifiche hanno votato Forza Italia, Ap e Lega, oltre naturalmente al Pd. Netta la bocciatura dei Cinque Stelle e della Sinistra. Tra i suggerimenti che la Commissione dà al governo, in vista del decreto definitivo, non ci sono modifiche su Lombardia e Veneto. In genere tutto il Nord rimane immutato rispetto ai collegi definiti nel 93 per il Mattarellum. La maggioranza delle modifiche riguarda le regioni centrali (dall'Abruzzo alla Toscana, dall'Umbria alle Marche). Il senatore Alfredo D'Attorre (Mdp) storce la bocca. Proprio non gli va giù quello che lui già definisce un «accordo» tra Forza Italia e Lega da una parte e Partito democratico dall'altra. «Pur di avere mano libera sulle 16 modifiche richieste - spiega - il Pd ha acconsentito alla richiesta di Forza Italia e Lega di non cambiare i collegi in Lombardia». Fiano respinge le accuse e precisa che le modifiche apportate alla relazione della Commissione di esperti sono «ispirate a criteri di uniformità territoriale».
Le modifiche al lavoro della Commissione Istat riguardano soprattutto la Toscana, dove il Pd chiede di rivedere undici dei 14 collegi uninominali. Anche in Umbria si muovono i confini dei collegi così come nelle Marche, nel Lazio (bocciata, però, la proposta tanto caldeggiata da Mdp per Roma).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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