Morto davanti al pc. Una sfida online?

Roseto, indossava una maschera antigas

Morto davanti al pc. Una sfida online?
00:00 00:00

È stato trovato senza vita, seduto davanti al computer acceso con indosso una maschera antigas collegata a un liquido refrigerante. È giallo a Roseto degli Abruzzi, comune del Teramano sulla costiera adriatica, sconvolto dal caso di un 27enne ritrovato morto nella sua stanza per cause che sarà l'autopsia a dover stabilire. Quello che sembra chiaro è il gesto volontario del giovane, ma è tutto da stabilire che cosa l'abbia provocato. C'è l'ipotesi di una sfida online, ma l'analisi dei dispositivi elettronici posti sotto sequestro potrebbe aiutare gli inquirenti a stabilirlo. Sulle indagini al momento c'è il massimo riserbo.

A rinvenire il corpo senza vita sono stati i vigili del fuoco, allertati domenica sera dai genitori allarmati perché il giovane non rispondeva. Al loro arrivo nell'appartamento hanno trovato il 27 enne riverso davanti al suo computer ancora acceso. I sanitari del 118 arrivati sul posto non hanno potuto far altro che constatare il decesso del giovane, sul cui corpo non sono stati rinvenuti segni di violenza, ferite o lesioni. Per questo la tesi più accreditata è quella del gesto volontario.

I carabinieri del Reparto operativo di Teramo hanno posto sotto sequestro sia il computer che il telefonino del ragazzo, oltre che la maschera antigas e la bomboletta che conteneva il liquido refrigerante. È dall'esame dell'hard disk del pc e del telefonino che potrebbero arrivare le prove di quanto avvenuto domenica sera.

Non è del tutto escluso, infatti, che possa essersi trattato di una sfida finita male, come tante ormai ne circolano sul web. Alcuni anni fa, per esempio, si era diffusa la cosiddetta "Blackout challenge", la sfida a stringere una cintura attorno al collo resistendo il più a lungo possibile, che fu la causa della tragica morte di una bambina di 10 anni in Sicilia.

Pochi giorni fa un 27enne irlandese è finito in ospedale in gravi condizioni nel Bresciano dopo essersi gettato contro le auto in corsa in un macabro gioco social. E qualche settimana fa due ragazzi erano stati denunciati dopo aver pubblicato un video in cui facevano "train surfing" sul tetto di un treno in corsa.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica