Prossimo (auto)candidato alla segreteria del Pd in alternativa all'«estremismo parolaio e inconcludente» di Renzi, il governatore toscano Enrico Rossi non si lascia scappare il caso Capalbio per fare il contropelo alla sinistra al caviale accogliente coi migranti ma solo in casa altrui, lui che si fece persino una foto (criticatissima, peraltro) con la famigliola Rom sua dirimpettaia («Vi presento i miei vicini di casa»).
L'ex bersaniano Rossi, che sta girando le feste dell'Unità toscane (solo quelle dove il Pd locale non è a maggioranza renziano) per presentare il suo libro «Rivoluzione Socialista», manifesto per ritorno a sinistra del Pd, sfoga sui social il suo rammarico per quegli «ex comunisti» (dove l'«ex» va letto in senso dispregiativo) che protestano per le loro ferie rovinate dall'arrivo dei profughi: «A Capalbio nobili ambientalisti, boiardi di Stato e intellettuali ex comunisti non vogliono i profughi, non vogliono la strada, non vogliono nulla, perché le loro vacanze non possono essere disturbate - attacca il governatore - È una posizione che non condivido e contro cui mi batto: si può conciliare ambiente e sviluppo, tutela del paesaggio e sensibilità sociale».
Un vero partito di sinistra, non snaturato dal renzismo che «ha spostato a destra il Pd», dovrebbe accogliere i migranti non solo a parole, dice Rossi che sta cercando di
ritagliarsi una leadership nel partito alternativa sia al premier sia all'area della sinistra Pd. Che in effetti sulla vicenda di Capalbio non ha proferito verbo. Anche perché quelli in vacanza nel borgo chic, sono proprio loro.
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