"Rottamare le cartelle? Misura necessaria ma non è un condono"

Il relatore azzurro: "Abbasseremo il tetto al Pos, ma le banche devono abbassare i costi"

"Rottamare le cartelle? Misura necessaria ma non è un condono"

Onorevole Pella, da relatore della Legge di bilancio per Forza Italia che ne pensa dei rilievi mossi dall'Unione europea alla manovra.

«Il giudizio nel suo insieme in verità è positivo. Si tratta di raccomandazioni più di carattere tecnico che di carattere politico. Bisogna trovare soluzioni soddisfacenti per le casse dello Stato ma altrettanto soddisfacenti per i cittadini».

Anche sull'aiuto per le bollette Bruxelles è scettica. Dice che può provocare più deficit.

«Se c'è uno che si è battuto per aiutare le famiglie e le imprese ad affrontare il caro bollette quello è il presidente Silvio Berlusconi. Ha visto lontano capendo quanto il rincaro energetico metta in crisi soprattutto le imprese con rincari quattro o cinque volte superiori al normale. La manovra non può non andare in quella direzione. Il rincaro di energia e materie prime non solo provoca un disavanzo economico ma anche un disavanzo di cassa».

Abbasserete la soglia dell'obbligo del Pos?

«Anche su questo l'Europa ha espresso una riserva. A noi, però, ci sembra giusto innanzitutto che questi costi possano essere limitati. Il pos è un costo. Più la cifra si abbassa e più il costo incide sul prezzo finale. Giusto quindi abbassare la soglia del contante ma dobbiamo fare qualcosa per limitare i costi bancari».

Sempre a proposito di Ue, a Bruxelles parlano espressamente di «condono» laddove voi parlare di rottamazione delle cartelle esattoriali.

«La rottamazione non è un vero condono. Oggi soltanto il 7/8 % di quelle cartelle sono recuperabili. Bisogna quindi cancellare quei debiti inesigibili che pesano sul bilancio dello Stato. D'altronde anche le multe più piccole con interessi e more possono arrivare a cifre importante. La soglia dei mille euro mi sembra giusta. Così si evitano soprattutto contestazioni e recuperi che generano più costi che cassa».

Bruxelles sostiene anche che la quota 103 (come soglia per ottenere la pensione) possa produrre un deficit.

«Quella di Bruxelles è una considerazione che tiene conto soprattutto degli anni futuri. È chiaro che questa quota avrà ripercussioni anche nelle manovre dei prossimi anni. Come Forza Italia vorremo però porre l'attenzione sulle pensioni minime. Berlusconi è stato l'unico, negli ultimi vent'anni ad alzarle. Ora vogliamo portarle a quota seicento.

Accettando il compromesso dei 75 anni?

«Per il momento va bene.. Lo abbiamo ribadito anche mercoledì nella riunione di maggioranza col ministro Giancarlo Giorgetti. Ci interessa dare un aiuto a persone che hanno dato tanto allo Stato in termini di contribuzioni. Soprattutto in un momento come l'attuale dove l'inflazione galoppa a doppia cifra».

Il suo collega in Commissione bilancio, Luigi Marattin (Iv) si dice preoccupato che l'Italia è ancora l'unico Paese Ue a non aver ratificato il Mes.

«Abbiamo espresso da subito perplessità sui punti critici del Mes. È chiaro che la ratificheremo. Poi, però, andrà subito rivista e modificata perché da quando è stato pensato il Meccanismo europeo di stabilità sono successe tante cose (pandemia, crisi energetica, crisi internazionale), se non si pone mano per rimodularlo si rischia di creare un grosso problema per i prossimi decenni».

Com'è il clima in maggioranza?

«Forza Italia è un partito costruttivo e dialogante. Cerchiamo di finalizzare l'interesse delle associazioni di categoria e dei territori.

Ad esempio portiamo avanti con convinzione la battaglia sul superbonus perché ci è chiesta da chi ha prima seguito le regole e poi se l'è viste cambiare in corso d'opera. Anche sulle pensioni ci battiamo con passione. Non siamo ancora tutti allineati perfettamente ma il punto di incontro con gli altri partiti si troverà. Sono ottimista».

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