Profezia nera sul M5s: ora rischia un'emorragia di voti

La probabile separazione tra l’ex premier e il Movimento potrebbe nuocere anche ai democrat, già da tempo in difficoltà sui consensi

Profezia nera sul M5s: ora rischia un'emorragia di voti

Il Movimento 5 Stelle è in caduta libera nei sondaggi e anche il Partito democratico non se la passa meglio. La probabile separazione tra l’ex premier Giuseppe Conte e i pentastellati potrebbe nuocere anche ai democrat, già da tempo in difficoltà sui consensi. I litigi tra “l’avvocato del popolo” e il garante dei 5 Stelle Beppe Grillo, come commenta al quotidiano la Repubblica il presidente dell'istituto di ricerca Tecné Carlo Buttaroni, potrebbero avere l’effetto di “una bomba atomica”. Per Buttaroni, di fronte a questo evento, a perdere sarebbero tutti: sia il Movimento sia Conte ne potrebbero uscire con le ossa rotte.

Molto probabilmente, da quando è nato, questo è il momento più difficile per il Movimento 5 Stelle, già provato dalle continue emorragie di parlamentari. Da primo partito d’Italia, negli ultimi tre anni nei sondaggi ha perso per strada la metà dei consensi a livello percentuale, oltre a 108 parlamentari (65 deputati, 37 senatori, altri sei eletti a Bruxelles, i quali hanno intrapreso altri percorsi). Inoltre, c’è stato il pasticcio dell'associazione Rousseau di Davide Casaleggio. Tra i 5 Stelle e Conte ad avere maggiori problemi da una separazione sarebbero sicuramente i pentastellati. L’arrivo dell’ex premier aveva ridato un filo di speranza nella ripresa dei consensi e, in ogni caso, l’emorragia di voti era stata frenata.

Adesso potrebbe arrivare il colpo di grazia. Ma anche Conte rischia molto, poiché un suo nuovo partito rappresenta ancora un’incognita, come sostiene Giovanni Diamanti di YouTrend. Il consenso personale dell’ex presidente del consiglio non è detto possa tramutarsi in quello di un suo eventuale partito o lista, specie dopo una rottura del genere. Anche Enzo Risso, direttore scientifico di Ipsos, e Nicola Piepoli, fondatore dell'omonimo Istituto di ricerca, come riporta Il Messaggero, non valutano con ottimismo una possibile nuova formazione politica guidata da Giuseppe Conte.

Del parere opposto è il sondaggista Antonio Noto, il quale pensa che l’ex premier senza i 5 Stelle potrebbe avere addirittura più consensi e arrivare al 18-20%. In questo a caso a rimetterci, oltre ai pentastellati, sarebbe il Pd, già in difficoltà negli ultimi mesi. Conte prenderebbe voti ai democratici che rischiano di scendere al 12-13%. All’ex capo del governo viene rimproverato, comunque, di non aver pensato subito a fondare un proprio partito.

Adesso è più difficile, perché non si è colto il momento migliore per portare a termine questo tipo di operazione. Essere entrato nel Movimento 5 Stelle lo ha sicuramente logorato e ne potrebbe pagare le conseguenze alle prossime elezioni.

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