Rottura al governo anche sui reattori. Salvini addebita il caro bollette ai no di Pd e M5s

I dem si allineano ai grillini. Conte "Chigi dica no all'Ue". La Lega all'attacco: "Sono contro lo sviluppo. Draghi con chi sta?"

Rottura al governo anche sui reattori. Salvini addebita il caro bollette ai no di Pd e M5s

A meno di venti giorni dall'inizio del voto sul Quirinale, i partiti tornano a dividersi. Difficile distinguere le legittime battaglie politiche dai posizionamenti strumentali con vista sul Colle. Succede sulle misure contro il Covid come sul nucleare.

La bozza della Commissione Ue sull'inserimento del gas naturale e del nucleare di ultima generazione nella cosiddetta «tassonomia verde» europea spacca la maggioranza. Pd e Cinque Stelle da un lato, Lega, Forza Italia e Iv dall'altro. Nei prossimi mesi il testo sarà votato dal Consiglio e dal Parlamento europeo, ma con il caos politico sul Quirinale ancora non si sa con quale governo in carica si arriverà all'appuntamento. Un esecutivo guidato da una personalità meno autorevole di Mario Draghi, se quest'ultimo diventasse Capo dello Stato, riuscirà a fare sintesi tra posizioni così diverse anche sull'energia? È questa la domanda che sorge spontanea leggendo le ultime dichiarazioni dei leader di maggioranza su gas e nucleare.

Si inseriscono nel solco del grillismo le frasi del segretario del Pd Letta, che cerca un dialogo con il M5s sulla partita per l'elezione del successore di Sergio Mattarella. «L'inclusione del nucleare nella tassonomia Ue è per noi radicalmente sbagliata. E il gas non è il futuro, è solo da considerare in logica di pura transizione verso le vere energie rinnovabili» ha twittato mercoledì Letta. Ieri è arrivata la netta presa di posizione del presidente del M5s. «Il nucleare e il gas non fanno parte di quel futuro di cambiamento, sostenibilità e tutela ambientale che va incentivato con i soldi dei cittadini, con il denaro pubblico, il governo italiano faccia sentire forte e chiara la propria voce in Europa», ha scritto Conte su Facebook. Per il centrodestra i rincari di luce e gas sono da attribuire proprio alle politiche contro il nucleare. «Asse PD 5Stelle per frenare lo sviluppo del Paese e far pagare agli Italiani le bollette più care d'Europa. I reattori attivi nel mondo sono ormai ben 542, oltre 100 solo in Europa, oltre 50 solo in Francia. Draghi con chi sta? Col passato o col futuro?», ha attaccato il segretario della Lega Matteo Salvini, chiamando in causa il premier. Velenosa la replica dei senatori M5s in commissione Industria, che in una nota hanno chiesto a Salvini «quali interessi abbia la Lega dietro l'utilizzo dell'energia nucleare». Da Fi il vicepresidente del Ppe Antonio Tajani ha invitato invece a «intensificare la ricerca sia sul nucleare di ultima generazione sia su tutte le altre energie non inquinanti». «Escludere il nucleare di ultima generazione dalla strategia comunitaria significherebbe non centrare gli obiettivi ambiziosi che l'Europa si è data, e lo stesso ragionamento vale per il gas naturale», ha ribadito la capogruppo di Fi al Senato Anna Maria Bernini. La sottosegretaria leghista alla Transizione ecologica Vannia Gava ha denunciato il problema dell'indipendenza energetica dell'Italia esortando: «Anche l'Italia deve decidere se guardare avanti o indietro, se investire sul futuro o rimanere ostaggio del passato». All'attacco l'europarlamentare di Fdi Nicola Procaccini: «Assordante il silenzio del governo Draghi sulla necessità di riprendere l'estrazione di gas naturale dai giacimenti di cui l'Italia è ricca».

«La bozza della Commissione Ue non ci convince», ha tenuto il punto il capo delegazione del Pd al Parlamento Europeo Brando Benifei. Opposta la linea di Iv, che con il presidente Ettore Rosato mercoledì ha sferzato i giallorossi: «Basta con ipocrisie e demagogie su estrazioni e nucleare».

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