Royal, Hollande e Juppé: tutti gli spettri di Macron

Lui cala. E i rottamati: "Non è al'altezza"

Royal, Hollande e Juppé: tutti gli spettri di Macron

Emmanuel Macron ha problemi di «risorse umane». L'impazienza per i risultati che tardano si mescola con gli effetti gassosi delle politiche di En Marche, specie sulla crescita, che non si vede neppure col lanternino. Si assiste così a duelli impensabili fino a pochi mesi fa: Ségolène Royal contro Macron. «Lo Francia non è un business privato, ci devono essere regole, benchmark diversi da quelli di un'impresa. Invece i parlamentari della maggioranza sono messi a tacere e quelli dell'opposizione ignorati», ha detto ieri al JDD. Quel mondo che sembrava spazzato via dall'onda En Marche torna alla ribalta. Il calo dei consensi di Macron riporta sotto i riflettori perfino il precedente inquilino dell'Eliseo François Hollande, nuovo grillo parlante: «Per essere presidente, bisogna combinare due approcci: l'altezza, che non significa essere altezzoso e la vicinanza alle persone, che non è una questione tattile». Sègolène, sfidante di Nicolas Sarkozy nel 2007 e ministro socialista nel 2012 rincara: «L'impressione è che con Macron tutto sia instabile».Anche l'ex premier gollista Alain Juppé ed altri rottamati tornano protagonisti. I giornali li cercano, le tv se li contendono. Vedi l'altro ex premier Jean Pierre Raffarain, che spiega: «En Marche è in una fase adolescenziale, Macron è troppo solo». Un inno ai partiti. Leoni e leonesse del tempo che fu di nuovo nell'arena.

Juppé lavora costantemente su se stesso: «Non rimarrò zitto nel dibattito sulle europee», meglio «sostenere chi è il più vicino a ciò che penso», ma giammai definirsi «in marcia», preferisce «in movimento». Con lui, la schiera degli sconfitti che hanno fatto la storia negli ultimi 25 anni potrebbero presto tornare per scriverne una nuova: senza Macron.

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