Rugbista accarezza un leone, lui gli sbrana la mano

Il nazionale gallese Scott Baldwin finisce in ospedale e si scusa coi tifosi: «Sono stato ingenuo»

Rugbista accarezza un leone, lui gli sbrana la mano

Voleva toccare - con mano - il brivido di accarezzare un leone. Che però, non a caso, è noto come il «Re della giungla». Ed è risaputo che toccare un «Re» può risultare pericoloso assai. Lo ha verificato sulla sua pelle (esattamente quella della mano destra) il nazionale gallese di rugby, Scott Baldwin: un marcantonio di alto 1 metro e 80 per un centinaio di chili, ma con la tenerezza di un bambinone. Scott, in compagnia dei compagni di mischia degli Ospreys, si trovava qualche giorno fa in Sud Africa per un importante torneo internazionale.

Nell'attesa di darsele di santa ragione con la squadra locale dei Cheetas, Scott e soci hanno avuto la pessima idea di visitare uno zoo. Ma, una volta giunti davanti alle gabbie, l'idea «più peggiore» (sarà sgrammaticato, ma rende benissimo l'idea, ndr) l'ha avuta proprio Baldwin, infilando la mano tra le sbarre dietro cui giocavano (tra loro) due leoni apparentemente innocui, e sottolineiamo «apparentemente: sembravano - e sottolineiamo «sembravano» - due gattoni assetati di coccole; invece erano due felini, evidentemente incazzati col genere umano.

E così non appena quell'anima candida di Scott ha infilato il suo braccio nella gabbia per fraternizzare col crinuto bestione, questi si è ricordato di essere non solo il «Re della giungla, della foresta e della savana» tutti assieme, ma anche il Re di quello scalcagnato zoo: e così, zac, ha azzannato l'arto, quasi staccandoglielo di netto. Per fortuna Baldwin - che nella sua onorata carriera non aveva mai subìto un placcaggio tanto feroce - ha fatto in tempo a ritrarre la manona, salvandola in extremis prima della «meta finale» che il leone si era proposto: cioè lo staccamento di tutte le dita. La ferita comunque è risultata profonda, tanto da costringere il rugbista «amico dei leoni» (ma da questi non ricambiato) a farsi medicare in ospedale.

Scott se l'è cavata con qualche punto di sutura (bazzecole per un duro come Baldwin), che però lo hanno costretto a saltare la gara contro i Cheetas. Scott si è scusato per il forfait con i tifosi: «Sono stato uno stupido». Un ruggito autocritico, con tanto video splatter dell'«incidente» postato sui social, che vale (quasi) una vittoria al «Sei Nazioni».

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