A pochi giorni dall'annuncio del taglio di 2.100 voli fino alla fine di ottobre, Ryanair ha comunicato ieri un nuovo ampio piano di riduzione dell'attività per il periodo che va da novembre 2017 a marzo 2018. Saranno lasciati a prato, come si dice nel gergo aeronautico, 25 aerei su 400, saranno cancellati 18mila voli con il coinvolgimento dei 400 mila passeggeri che hanno già prenotato. Saranno sospese 34 rotte di cui 11 in Italia. Se è improprio parlare di crisi della compagnia guidata da Michael O'Leary, perchè i profitti annuali continuano a essere rilevanti, sicuramente l'azienda sta attraversando un momento di rimessa a punto del proprio business, che finora non aveva conosciuto rallentamenti.
Alla riduzione di attività di Ryanair si accompagna una importante decisione che riguarda direttamente il nostro Paese: O'Leary ha ufficialmente abbandonato l'idea di acquistare dall'amministrazione straordinaria una parte di Alitalia, dopo aver vistosamente sbandierato il suo interesse. Come ha detto ieri, Ryanair in questa fase «non si può permettere distrazioni». All'offerta di Ryanair, che doveva riguardare solo le attività di lungo raggio, a dire il vero avevano creduto in pochi, perchè le dichiarazioni di O'Leary troppo spesso hanno mostrato di essere dei ballon d'essai. Inoltre, dopo il taglio dei voli annunciato la scorsa settimana, critiche molto severe si erano levate anche a livello governativo, rendendo vieppiù impopolare un'eventuale cessione di asset alla compagnia irlandese. Conseguenze sulla gara per Alitalia non ce ne saranno, se non il fatto che un concorrente in meno indebolisce la domanda. La low cost irlandese - prima compagnia in Italia per passeggeri trasportati, e per la quale l'Italia rappresenta il secondo mercato dopo la Gran Bretagna - è alle prese con uno dei momenti più difficili della sua storia, che negli anni aveva abituato tutti viaggiatori e azionisti a una crescita incessante.
Le misure annunciate ieri, sebbene vengano minimizzate («sarà colpito meno dell'1% dei 50 milioni di clienti che Ryanair trasporterà quest'inverno», le cancellazioni «interessano meno di un volo al giorno per i nostri 200 aeroporti nel corso di 5 mesi della stagione invernale»), hanno le caratteristiche di una vera ristrutturazione. Lo scopo è quello di riorganizzare i piloti, il cui organico è di 4.200 unità, evitando accumuli di ferie e creando una riserva di lavoro che permetterà di far fronte all'attività in maniera fluida. Quanto ai piloti, ieri Ryanair ha fornito dei numeri: 100 comandanti e 160 primi ufficiali hanno lasciato la compagnia, ma 650 sono in fase di addestramento anche per far fronte all'arrivo in flotta di 50 nuovi Boeing di medio raggio che nel maggio 2018 porteranno a un numero di 445 macchine. Per quanto riguarda le 34 rotte ridimensionate, in Italia sette interessano lo scalo di Trapani (di cui tre con città europee e quattro collegamenti nazionali con Parma, Genova, Roma e Trieste). Saltano anche le rotte Venezia-Amburgo e Venezia-Sofia, oltre al collegamento tra Pisa e la capitale bulgara e quello tra Palermo e Bucarest.
La compagnia ha inviato una mail a tutti i passeggeri coinvolti nei nuovi tagli, offrendo loro «voli alternativi o un pieno rimborso del biglietto. Hanno anche ricevuto un voucher da 40 euro (80 col ritorno) che permetterà di prenotare un volo Ryanair fino a marzo 2018».
Ieri in Borsa, a sorpresa, il titolo Ryanair ha guadagnato oltre il 4%, dopo i cali dei giorni
scorsi, nonostante la compagnia preveda di trasportare quest'anno 129 milioni di passeggeri contro i precedenti 131 milioni, mentre per l'esercizio che chiude a marzo 2019 i passeggeri previsti scenderanno da 142 a 138 milioni.
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