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"Ryanair irrispettosa verso le istituzioni. Servono regole a tutela dei cittadini"

Il presidente della Commissione Trasporti: "Giusta la misura del governo per contrastare il caro-voli, il settore aereo è strategico per il Paese"

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«Oggi si incomincia a scrivere delle regole a tutela dei cittadini ma lavoriamo anche per dare risposte alle compagnie aeree e al settore aeroportuale». Salvatore Deidda, presidente della Commissione Trasporti alla Camera, è convinto che il provvedimento voluto dal ministro Adolfo Urso contro il caro voli sia «fondamentale per un settore che è stato ignorato dagli scorsi governi, nonostante spiega l'esponente di Fratelli d'Italia - le crisi che hanno portato alla perdita di due compagnie storiche e fondamentali, come Alitalia e Air Italy (ex Meridiana)».

Cosa risponde alle critiche di Ryanair?

«Critiche ingiuste e irrispettose verso le istituzioni italiane e non parlo del governo. Il lavoro dell'Antitrust, del Garante dei prezzi o dell'Enac. Sono istituzioni a garanzia dei cittadini ma anche delle imprese. Ryanair svolge e ha svolto un lavoro egregio e ha tanti meriti ma nel mercato italiano ha ottenuto anche tanti guadagni e soddisfazioni. Ha incominciato un dialogo importante con le istituzioni, nominando anche dei referenti per le relazioni istituzionali con cui abbiamo un dialogo continuo. Non è il caso di rovinare tutto con dichiarazioni estemporanee».

Una norma di stampo socialista?

«Assolutamente No. Non lede le norme sulla concorrenza, riconoscendo quanto stabilito e inserito nella Costituzione, all'articolo 119 sul riconoscimento del principio di insularità, come correttamente sta agendo il governo Meloni con il ministro Urso. Le nuove disposizioni sono in linea con le misure europee sulla continuità territoriale che trovano fondamento nell'articolo 45 della Carta di Nizza sui diritti fondamentali dell'Unione europea e nell'articolo 21 del Trattato sul funzionamento dell'Ue, relativi alla libertà di circolazione e soggiorno. Sono norme a tutela dei cittadini davanti una politica dei prezzi che negano di fatto il diritto alla mobilità verso e dalle isole e alcune regioni italiane che non hanno alternative agli aerei».

Perché il governo è stato costretto a intervenire?

«Da inizio legislatura in Commissione Trasporti, con pieno accordo tra maggioranza e opposizione, abbiamo cominciato una indagine conoscitiva sul trasporto aereo. Abbiamo chiesto alle compagnie soluzioni contro il caro prezzi. Non solo non sono giunte ma abbiamo registrato continui rialzi dei prezzi, insieme a disservizi con ritardi inaccettabili, cancellazioni di voli, senza alcuna informazione su protezione del passeggero e la pratica dell'overbooking. I regolamenti europei sono datati e troppo complicati per i pendolari davanti a un servizio essenziale come il trasporto aereo. Le compagnie sapevano che il governo sarebbe stato costretto a intervenire. D'altronde, abbiamo ascoltato le loro esigenze, studiando e impegnandoci sulle imposte aeroportuali e altre misure. Il lavoro è solo all'inizio e potrà essere migliorato e modificato. Se si rispettano i ruoli, le istituzioni e il sacrosanto diritto alla mobilità».

Lei è sardo. Cosa significa vivere su un'isola?

«La Sardegna, per un sardo, è tutto, c'è un legame indissolubile. Chi emigra, pensa da subito a quando tornerà. Per questo pretendiamo e lavoriamo per avere trasporti, aerei e marittimi, a prezzo equi e confortevoli.

Per noi sardi l'aereo o la nave è come una metropolitana o un mezzo del trasporto pubblico locale».

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