Tagliano le tasse ma un altro miliardo finisce al reddito 5s. Pensioni, quota 102 subito congelata

Sì al documento programmatico di Bilancio che definirà la manovra 2022. Otto miliardi per ridurre il prelievo fiscale: allo studio il taglio dell'Irpef sui redditi medio-bassi. Rifinanziato il sussidio grillino. Assorbenti, l'Iva scende al 10%

Tagliano le tasse ma un altro miliardo finisce al reddito 5s. Pensioni, quota 102 subito congelata

Ieri il governo ha approvato all'unanimità il Documento programmatico di Bilancio, l'architrave della manovra 2022 da inviare alla Commissione Ue per l'approvazione. Sia nella cabina di regia, che si è svolta in mattinata, che nella successiva riunione dell'esecutivo si sono scontrate nella maggioranza due visioni del mondo opposte rispetto alle quali il presidente del Consiglio, Mario Draghi, e il ministro dell'Economia, Daniele Franco, sono riusciti - almeno per il momento - a fare sintesi. Partendo da una base di lavoro di 23 miliardi di euro per la prossima legge di Bilancio, il premier ha «salvato» il reddito di cittadinanza caro alla sinistra ma ha accelerato su taglio delle tasse e rifinanziamento dei bonus. Su questi ultimi due capitoli sono stati determinanti il ministro della Pa, Renato Brunetta, e degli Affari regionali, Mariastella Gelmini, che sono riusciti a evitare che il centrodestra si sfaldasse su temi cruciali. Resta, invece, ancora da definire il capitolo pensioni, rinviato alla discussione della manovra prevista tra la fine della settimana e l'inizio della prossima. Vediamo nel dettaglio quali provvedimenti si possono considerare già adottati e quali siano in fieri.

TAGLIO DELL'IRPEF

Il taglio delle tasse dovrebbe essere realizzato sotto forma di riduzione del cuneo fiscale sul lavoro. Il condizionale è d'obbligo non perché la sforbiciata sull'Irpef sia in dubbio ma perché ancora non è stata definita la modalità di intervento. Lo stanziamento 2022 per ridurre il prelievo fiscale sarà di 6 miliardi da sommare ai 2 miliardi già a bilancio per un totale di 8 miliardi l'anno prossimo e 9 miliardi a regime. Queste risorse confluiranno nel Fondo per la riduzione della pressione fiscale e poi saranno destinate allo scopo che sarà individuato. Probabile un taglio dell'Irpef sui dipendenti con redditi medio-bassi, mentre le imprese potrebbero essere interessate dalla soppressioni del Cuaf (contributo unificato per gli assegni familiari) vista l'introduzione dell'assegno unico. Nessuna decisione è stata presa sull'Irap per ora. Probabile la cancellazione dell'aggio sulle cartelle fiscali per recuperare 900 milioni. Sia Forza Italia che Italia Viva hanno chiesto un taglio nell'ordine della decina di miliardi in modo da rendere efficace (e visibile) la sforbiciata.

PENSIONI

«Sulle pensioni ci sono diverse ipotesi in ballo, ma questa sera nessuna decisione su Quota 100 è stata presa, così come chiesto dai ministri della Lega. Nei prossimi giorni si decideranno modalità e tempi delle modifiche del sistema pensionistico. Escludo qualsiasi ritorno alla legge Fornero», ha dichiarato il ministro dello Sviluppo, Giancarlo Giorgetti, al termine della riunione. Ieri è stata proposta Quota 102 (64 anni di età e 38 di anzianità contributiva) per il 2022 e Quota 104 (2 anni in più) per il 2023, ma tanto la Lega quanto i sindacati dall'esterno hanno manifestato perplessità (la platea di interessati sarebbe di sole 50mila persone in 2 anni). Dunque, per il momento, l'unica certezza è il ritorno del pensionamento a 67 anni di età dall'anno prossimo.

REDDITO DI CITTADINANZA

«Il livello di spesa del reddito di cittadinanza viene allineato a quello dell'anno 2021 (8,8 miliardi), introducendo correttivi alle modalità di corresponsione e rafforzando i controlli». È quanto si legge nel comunicato diramato al termine del Consiglio dei ministri. Su questo punto i moderati non sono riusciti a incidere a sufficienza. La speranza è che, da un lato, il tiraggio della misura sia inferiore allo stanziamento. Dall'altro lato si ritiene che il rafforzamento dei controlli possa determinare di per sé quel risparmio minimo di un miliardo che ci si prefiggeva come obiettivo minimo.

LE ALTRE MISURE

La riforma degli ammortizzatori sociali del ministro Orlando partirà da una dotazione di circa 4 miliardi, dunque l'introduzione dell'assegno universale di disoccupazione sarà graduale. Esteso al 2023 il Superbonus 110% sulle ristrutturazioni ma tra due anni varrà solo per condomini e case popolari.

Prorogati anche i crediti d'imposta «Industria 4.0». Stanziato un miliardo di euro per calmierare i prezzi delle bollette energetiche. Vittoria «femminista» per Pd e M5s: dopo anni di tentativi l'Iva sugli assorbenti per donne sarà ridotta dal 22 al 10 per cento.

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