Sì a meno onorevoli. Ma la strada è lunga

Compatti Lega e M5s. In seconda lettura occorrerà la maggioranza assoluta

Sì a meno onorevoli. Ma la strada è lunga

Roma Montecitorio dice sì alla riforma costituzionale che taglia il numero dei parlamentari ma per i prossimi passaggi occorrerà la maggioranza assoluta. E al momento i numeri non ci sono.

La modifica prevede la riduzione dei senatori da 315 a 200 e dei deputati da 630 a 400. Una stretta sostanziosa per il numero degli eletti che da un totale di 945 passano a 600: meno 345, un terzo dei parlamentari attualmente previsti. Dato che occorre una modifica della nostra Carta Costituzionale la proposta deve superare un doppio passaggio in Parlamento con lettura conforme ovvero senza alcuna possibilità di approvare emendamenti. I voti a favore a Montecitorio sono stati 310, i contrari 107 e 5 gli astenuti. Contrari Pd, Leu e una parte del gruppo Misto. Favorevoli naturalmente pentastellati e Lega ma con loro hanno votato sì pure Forza Italia e Fratelli d'Italia. Tra gli azzurri si è registrato qualche dissenso, Simone Baldelli ad esempio. Un copione identico si era già svolto al Senato. I tempi di approvazione sono ancora lunghi però, devono trascorrere almeno tre mesi prima del prossimo passaggio a Palazzo Madama. E dato che per le ultime due letture è richiesta la maggioranza assoluta vuol dire che a Montecitorio occorreranno 316 voti favorevoli che al momento evidentemente non ci sono. L'ultima parola dunque non è ancora detta.

Esulta il leader grillino Luigi Di Maio. «Mentre gli altri parlano noi andiamo avanti. Passo dopo passo, non ci fermiamo. Oggi è infatti arrivato il primo sì alla riforma costituzionale per il taglio dei parlamentari per un risparmio di mezzo miliardo a legislatura - scrive il vicepremier su Facebook.- Basta chiacchiere e polemiche pensiamo ai fatti. Grazie ministro Fraccaro per lo straordinario lavoro che stai svolgendo». E Di Maio coglie l'occasione per attaccare il Pd che «ovviamente ha votato contro» ricordando che le loro «controproposte sono state una legge per aumentarsi gli stipendi e un'altra per reinserire il finanziamento pubblico ai partiti». Ma al momento la riduzione dei parlamentari appare ancora lontana eppure anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento e la Democrazia diretta, Riccardo Fraccaro M5s, esulta. «È stata approvata in seconda lettura la più consistente riduzione del numero di deputati e senatori mai presentata - dice Fraccaro - Con il M5s al governo si passa ai fatti, vogliamo portare a compimento una riforma attesa da anni per riavvicinare le istituzioni ai cittadini. Le riforme del cambiamento fanno un ulteriore passo verso il varo definitivo».

Da notare anche che Di Maio parla di primo sì mentre Fraccaro di seconda lettura ma nel caso dei Cinquestelle queste sono quisquilie. L'importante è dare l'impressione che le cose siano state fatte. Ma i giochi, come già detto, ancora non si sono chiusi e visto il clima di tensione all'interno dell'alleanza gialloverde, l'esultanza dei grillini appare decisamente prematura.

È infatti molto più contenuto l'entusiasmo della Lega che parla di una misura di «buonsenso» e non di una rincorsa all'antipolitica. I leghisti Alberto Stefani e Igor Iezzi, relatore del provvedimento, parlano di «un passo avanti per mantenere la promessa fatta in campagna elettorale».

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