Sì al suicidio assistito, ma con obiezione di coscienza

La legge passa con 253 voti, l'articolo per la libertà dei medici con 380. Incognite al Senato

Sì al suicidio assistito, ma con obiezione di coscienza

Qualche turbolenza interiore in Forza Italia, che si è manifestata con molte assenze e più voti favorevoli alla legge sul suicidio assistito di quanti ne fossero previsti sulla carta. Ma alla Camera le sorti della proposta di legge Bazoli erano già scritte sulla pietra: a tutelare il sì l'accordo Pd- M5S dove non ci sono state defezioni. Diversa la situazione in Senato. Si tratta comunque di un testo che tocca le coscienze e così stupiscono poco i sette voti favorevoli dalle fila di Forza Italia, i cinque di Coraggio Italia e, sul fronte opposto, i sette contrari di Italia viva, persino le assenze di Lega e Fdi.

Due numeri spiegano come sia stata approvata a Montecitorio la legge. I voti favorevoli all'articolo 6 che garantisce libertà di coscienza a medici e personale sanitario (già contestato dai Radicali) ieri sono stati 380, con 7 contrari e 12 astenuti. Hanno votato a favore anche le forze di centrodestra, pur ribadendo il no al provvedimento, che alla fine è stato approvato con 253 voti a favore, 117 contrari e un astenuto. Quel 380 contro 253 misura la distanza tra due politiche lontane e ancora senza intesa, pur su un tema sensibile per tutti i cittadini, a prescindere dallo schieramento politico.

Un segnale di ciò che potrebbe accadere al Senato, dove la maggioranza Pd- M5S non è al sicuro. Anche se il segretario del Pd Enrico Letta sostiene che l'iter sarà diverso da quello del ddl Zan contro l'omotransfobia, è pur vero che alla Camera non sono stati approvati emendamenti del centrodestra e che nelle dichiarazioni di voto hanno detto no Lega, Forza Italia, Fratelli d'Italia, CI e NcI. Favorevoli Pd, M5s, Leu, Più Europa. Iv ha lasciato libertà di coscienza. La partita, insomma, sembra aperta.

Qualche modifica dal punto di partenza è stata fatta, anche per evitare derive accadute in altri Paesi come il Belgio di cui si è molto discusso. Si richiede che la sofferenza del malato sia fisicamente «e» (non «o») psichicamente intollerabile. Possono chiedere il suicidio assistito solo malati tenuti in vita da trattamenti sanitari di sostegno vitale.

Resta il dovere per il Servizio sanitario nazionale di garantire l'assistenza all'aspirante suicida se a parere del medico ha le caratteristiche per voler essere aiutato a morire. Sono stati stanziati 20 milioni di euro.

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