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Sì da tre Regioni. Il Cav: scelta libera

Odg di Fi e Fdi per l'elezione diretta del capo dello Stato

Sì da tre Regioni. Il Cav: scelta libera

Roma - I primi sono Veneto, Sardegna, Lombardia. Tre Consigli regionali danno il via libera alla richiesta di referendum abrogativo della quota proporzionale della legge elettorale promosso dalla Lega. Ne mancano due e oggi voteranno Abruzzo e Liguria, altre Regioni a guida centrodestra con le quali si raggiungerà la quota prevista dalla Carta costituzionale. Sulla prima battaglia, dall'opposizione al governo Conte bis, quella elettorale, il centrodestra si mostra compatto. Forza Italia e Fdi superano i dubbi e dicono sì rilanciando anche la storica battaglia per l'elezione diretta del capo dello Stato. Mentre il Pd attacca sull'incostituzionalità della formula usata, il Carroccio esulta e Roberto Calderoli annuncia: «Lunedì mattina andremo in Corte di cassazione a depositare il quesito, per far esprimere gli italiani già in primavera».

Tra gli azzurri sono stati giorni di alti e bassi: prima si è raccomandata l'astensione ai consiglieri, ieri una nota ai coordinatori regionali parlava di libertà di voto e alla fine i coordinatori nazionali - Antonio Tajani, Mariastella Gelmini, Anna Maria Bernini e Sestino Giacomoni - hanno spiegato che il voto favorevole è possibile se accompagnato da un ordine del giorno per una legge elettorale basata su maggioritario e bipolarismo, per scoraggiare ogni trasformismo. «Bipolarismo - sottolineano - non significa bipartitismo: nelle coalizioni deve esserci spazio per forze diverse. A questa proposta Fi aggiunge quella di una legge costituzionale promossa dalle Regioni per l'elezione diretta del capo dello Stato». Fi ricorda di aver fatto nascere il bipolarismo in Italia con la discesa in campo di Berlusconi nel 1994 e di aver avuto da allora una unica linea. «Le nostre scelte, per quanto riguarda la legge elettorale, sono del tutto coerenti con questi presupposti», scrivono i coordinatori. E la Bernini propone il referendum abrogativo anche per il reddito di cittadinanza.

I consiglieri regionali di Fdi presentano un ordine del giorno con due proposte: «Per una quota di eletti con il maggioritario e il premio di maggioranza in modo che emerga subito un vincitore espresso dalla volontà popolare in grado di formare un governo e per l'elezione diretta del presidente della Repubblica».

Se il referendum avrà successo in ogni collegio uninominale risulterà dunque eletto il candidato che ottiene il maggior numero di voti.

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