Coronavirus

Il sacrificio dei medici-eroi: sei morti e 1.716 infettati. E ora anche Xi deve ammettere: "Ci sono lacune"

Il sacrificio dei medici-eroi: sei morti e 1.716 infettati. E ora anche Xi deve ammettere: "Ci sono lacune"

«Dobbiamo colmare le lacune», dice il presidente Xi Jinping. Le «lacune» ammesse da Xi Jinping sono, al momento 1.384 ed hanno tutte un nome ed un cognome: sono i morti causati dal coronavirus. E poi gli oltre 60mila contagiati, il dramma di milioni di persone in quarantena, le fabbriche chiuse e l' allarme per la salute mondiale. Sono ancora molte, troppe, le incognite che gravano sull'origine e il meccanismo del coronavirus Sars-CoV-2 e sulle modalità di diffusione della malattia Covid-19 anche se ad entrambi è stato dato un nome. Prosegue il caos sui criteri di classificazione dei contagiati. Dopo che le autorità sanitarie di Pechino hanno deciso di include anche tutte le polmoniti riconosciute attraverso esami diagnostici con un conseguente balzo nella curva dei contagi di oltre 15mila casi in una sola notte ora l'Organizzazione mondiale della Sanità chiede spiegazioni. Sulla base del nuovo criterio siamo saliti a quasi 65mila casi nel mondo ma solo 523 casi fuori dalla Cina, di cui 44 in Europa. Ieri però è arrivatala richiesta formale da parte dell'Oms di informazioni più dettagliate sui casi diagnosticati clinicamente, senza la conferma dei test di laboratorio, nella provincia di Hubei. L'Oms vuole capire a quando risalgono questi contagi, si tratta di 13.332 casi, un numero rilevante. Prima di ricevere chiarimenti dunque l'Oms ha deciso di non calcolarli tra i casi di nuovo coronavirus che quindi scendono a 46.550 confermati in Cina, di cui 1.820 nuovi, e 1.368 decessi. Il direttore generale dell' Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, spiega che si sta cercando di «fare ulteriore chiarezza su come viene fatta la diagnosi clinica». L' Oms chiede pure chiarimenti per i 1.716 operatori sanitari cinesi che sono stati infettati e i sei che sono morti. «Un punto critico», sottolinea Ghebreyesus. Se i medici si contagiano in ospedale è evidente che qualcosa non funziona nell'isolamento.

Speranza per una cura arriva dallo studio del sangue dei pazienti guariti che a ieri erano oltre 7mila. Il China National Biotec Group, spiega di aver sviluppato con successo un «plasma di convalescenza» utile al trattamento clinico sperimentandolo sui pazienti più gravi.

Una decina di malati in condizioni critiche ricoverati nell'area del focolaio avrebbero mostrato un miglioramento dei sintomi clinici.

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