
Gabriele Albertini è stato sindaco di Milano dal 1997 al 2006. Anni di crescita velocissima della città. È stato parlamentare italiano ed europeo, sempre nello schieramento del centrodestra. È un imprenditore importante in Lombardia. Conosce il tessuto economico, l'amministrazione e pure la macchina della giustizia
Ha fatto bene il sindaco Sala a non dimettersi?
"Apprezzo la determinazione di Sala. Ho letto il discorso che ha pronunciato. Le dico la verità: io, non essendo un elettore di Sala, essendo di centrodestra, però milanese e che ha rispetto per le istituzioni, mi considero soddisfatto di come Sala ha spiegato le cose e di come si sta comportando".
Si è stupito?
"No, mi sono stupito di quello che sta succedendo in alcuni settori della maggioranza di governo. Ci sono dirigenti importanti che chiedono le sue dimissioni".
Ma non le chiedono per l'avviso di garanzia. Dicono: le chiediamo per la sua politica
"Già, però, guarda caso, succede adesso. Furbizia, ipocrisia".
Non le è piaciuta?
"No. E non mi so spiegare come il miglior ministro della giustizia della storia della Repubblica italiana appartenga, o sia vicino, a un partito che sta sbraitando per avere le dimissioni di Sala. Parlo di Nordio. Sta preparando una riforma della giustizia che è la migliore di sempre, perché affronta i problemi veri, con una idea garantista. Cosa c'entra con quelli che usano la clava giudiziaria per lo scontro politico?"
Le dimissioni dell'assessore Tancredi sono giuste?
"No. Non sono d'accordo. Però capisco che in un momento nel quale c'è questo sentimento di incanaglimento, non solo nell'opposizione più aggressiva ma anche in settori della maggioranza che sostiene la giunta,- parlo dei verdi talebani e poi dei Corbani e anche di altri più giovani e determinati - beh, una vittima sacrificale evidentemente era inevitabile, e il povero Tancredi si è sacrificato".
Quanto vale un avviso di garanzia?
"Le recito quello che dicono tutti, ma poi non tutti praticano, e cioè che la Costituzione prevede che si è considerati innocenti fino a condanna definitiva. Ma poi le racconto il rapporto che io ho avuto con la magistratura".
Quando?
"Appena diventai sindaco. Io ho avuto un rapporto con la Procura quasi simbiotico. Sono stato io - rompendo la distinzione tra i poteri - a chiedere la collaborazione del procuratore Borrelli, il mitico Saverio Borrelli. Intanto perché avevo come obiettivo quello che poi ho realizzato di rigenerare Milano, e non avevano i capitali pubblici per realizzarlo".
E come ha rigenerato Milano?
"Con 30 miliardi di capitale privato e senza avvisi di garanzia".
È riuscito ad evitare la corruzione?
"Sì. E con la Procura avevamo stabilito un patto. Collaborammo e funzionò".
Quando iniziò questa collaborazione?
"Subito. Il primo giorno mi trovai una grana gigantesca. Formentini, il sindaco che mi aveva preceduto, aveva annullato un certo appalto per un depuratore, sospettando corruzione, e gli imprenditori fecero causa al Comune chiedendo miliardi. Dovevo transare, non avevo scelta. Col rischio di essere accusato di favorire potenti imprenditori".
Che fece?
"Ho chiesto a Borrelli di aiutarmi. Lui mi aiutò. E da quel momento ho capito che si poteva lavorare insieme. L'amministratore e l'inquisitore".
Il rapporto andò avanti?
"Ero io che chiedevo a Borrelli se c'erano problemi su alcune persone. A volte mi dava notizie non divulgabili. Coperte da segreto".
Lei poi ebbe un duello lunghissimo col Procuratore Robledo?
"Non mi faccia pronunciare quel nome. Sì, ho subìto un processo per calunnia aggravata per aver esposto ai titolari dell'azione disciplinare (ministro della Giustizia e procuratore generale della Cassazione) le scorrette e disdicevoli condotte di un pm in servizio proprio alla procura di Milano, chiedendo l'applicazione di sanzioni. È durato due anni e 17 udienze, fui assolto...".
Non si viene risarciti in caso di assoluzione?
"Tutti i 27 Paesi europei prevedevano il risarcimento. L'Italia no. Vittima io stesso di quella che sarebbe poi stata accertata come ingiusta imputazione, ho allora presentato un disegno di legge, con 194 firme di senatori, oltre la mia, come primo firmatario, per introdurre il risarcimento per gli innocenti, ingiustamente imputati. Avviato l'iter d'approvazione, mentre ero senatore della 17° legislatura, il ddl divenne legge dello stato, ad opera dell'on. Enrico Costa nella 18° legislatura".
Sono molti gli innocenti che avrebbero diritto al risarcimento?
"Le dico la cifra che accertai allora: 90mila ogni anno. Dico io: perché pensare che il sindaco di Milano, un archistar, un grande immobiliarista non stiano dentro questi 90mila?"
Lei pensa che dopo Sala la destra riprenderà Milano?
"Con buona probabilità si, nonostante le forze politiche di sinistra alle ultime elezioni avessero una forza soverchiante. Però la destra se non sbaglia il candidato può farcela".
Lei ha una sua personale preferenza?
"Sono per un candidato civico. E per l'alleanza con Azione e Italia Viva".