Sala naufraga sul 730: dimenticata un'altra società

Panorama svela un nuovo omissis del candidato Pd di Milano: il 20% di un'azienda pugliese

Sala naufraga sul 730: dimenticata un'altra società

Milano - «Sono troppo elegante per prendermela con un collaboratore che mi ha preparato la certificazione e non ha messo il quadro estero». Il candidato sindaco del Pd Beppe Sala ieri alle 9 del mattino in diretta su Rai3 prova a far scivolare la nuova polemica sulle sue «amnesie». L'autodichiarazione sulla situazione patrimoniale che nel febbraio 2015 come ex commissario Expo ha dovuto presentare alla società secondo il «decreto trasparenza» è una grana che lo insegue dall'inizio della campagna. Per giustificare la dimenticanza della casa di proprietà in Engadina, a due passi da Sankt Moritz, due giorni fa ha pubblicato la dichiarazione dei redditi 2014 (riferiti all'anno prima) e almeno qui la proprietà compariva. Mr Expo ha versato al fisco 10mila euro. Dal 730 però è spuntata un'altra voce non dichiarata nel documento incriminato, un investimento da 1,1 milioni in una società in Romania. Ieri il candidato renziano ha tagliato corto, scaricando su un collaboratore la mancanza di «tutto il quadro estero. Si tratta di partecipazioni con amici in società che hanno costruito case a Bucarest. Oggi comunque pubblicherò i 730 degli ultimi cinque anni».

Ma la giornata è lunga e piena di insidie. Nel pomeriggio il sito del settimanale Panorama anticipa un altro omissis. Alla voce «quote di partecipazione a società» mr Expo «avrebbe dovuto inserire anche il 24% di una società che gestisce parchi fotovoltaici in Puglia, la Kenergy, ma non l'ha fatto». C'è una riga bianca. Due ore dopo Sala pubblica sul suo sito le dichiarazioni dal 2011 al 2015, e questa volta allega una nota in cui non può tralasciare (chissa se lo avrebbe fatto?) l'affare in Puglia da «circa 700mila euro che ove generasse dividendi troverebbe spazio nel 730». Lì giustamente non c'è. Ma non compare neanche - sarà colpa del solito collaboratore distratto - nell'atto pubblico firmato a febbraio 2015 giurando: «Sul mio onore affermo che la presente dichiarazione corrisponde al vero». Mancavano il quadro estero, l'affare sul fotovoltaico e anche un aggiornamento importante sulla proprietà di Zoagli, in Liguria. Fino a metà dicembre 2014 era accatastata come terreno (e dichiarata come tale nei redditi del 2013) mentre è una villa nel 730 successivo pubblicato soltanto ieri, ma nel febbraio 2015 torna ad essere terreno. Sarebbe facile archiviare la faccenda con una battuta: dopo tre fedelissimi di Expo finiti agli arresti o indagati, sembra che Sala non sappia scegliere neanche un buon commercialista; in bocca al lupo ai milanesi se diventerà sindaco. Ma la questione è più delicata, perché dichiarare il falso in atto pubblico può essere punito con l'interdizione dai pubblici uffici. L'esponente Fdi Riccardo De Corato aveva già depositato un esposto in Procura e ieri ha avvisato: «Siamo a un'amnesia al giorno, dovrò tornarci».

Ieri infine Antonio Rognoni, ex dg di Infrastrutture Lombarde (incaricata dei cantieri Expo) durante la sua testimonianza al processo che lo vede imputato per turbativa d'asta e corruzione ha rivelato che «i servizi segreti volevano avere informazioni sullo stato dei lavori perché a loro giudizio erano in grave ritardo».

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