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"Salario minimo? No, grazie Rischia di abbassare le paghe"

Il segretario Cisl Luigi Sbarra scettico sull'appello. Cgil alla piazza: "L'antagonismo di Landini non porta risultati concreti"

"Salario minimo? No, grazie Rischia di abbassare le paghe"

Luigi Sbarra, segretario generale Cisl, lei ha dato un giudizio positivo sull'incontro tra il premier Draghi e i sindacati. Quali indicazioni avete ottenuto?

«È positivo che il premier abbia sottolineato la necessità di mettere in campo un patto sociale per sostenere crescita e occupazione e tutelare il potere d'acquisto di salari e pensioni. Bisogna affrontare l'emergenza inflattiva con nuovi provvedimenti condivisi. Abbiamo convenuto un metodo di confronto anche su Pnrr, politiche industriali, energia e legge di Bilancio».

Siete a favore del Tec del ministro Orlando o del Tem proposto da Confindustria? Non c'è il rischio di incoraggiare il lavoro nero?

«Il governo starebbe lavorando a una proposta di sintesi che tenga conto delle indicazioni di tutte le parti sociali. Il salario minimo non deve diventare un tema divisivo o peggio ideologico. Noi continuiamo ad essere contrari ad un salario minimo fissato per legge. Dobbiamo estendere le tutele e i salari dei contratti leader ai lavoratori non ancora coperti. Per farlo c'è una soluzione efficace e veloce: individuare all'Inps i contratti maggiormente applicati, dar loro forza universale, settore per settore. Un salario minimo legale rischia di schiacciare in basso le retribuzioni di milioni di lavoratori perché molte aziende uscirebbero dalle tutele contrattuali attestandosi sulla soglia normativa. Sarebbe una pezza peggiore del buco».

La promessa riduzione del cuneo fiscale tramite Irpef vi convince?

«Pensiamo che le risorse vadano concentrate sulla parte lavoro e che debbano coprire la componente fiscale, e non quella contributivo-previdenziale. E poi bisogna ritrovarsi su una road map più ampia per non escludere pensionati e famiglie con redditi bassi. Per questo abbiamo chiesto al governo di agire sull'Irpef, alleggerendo i primi scaglioni e rafforzando anche le aliquote negative in modo da introdurre nuovi bonus strutturali».

Sono necessari nuovi bonus anti-inflazione?

«Sì. Bisogna confermare, nella condizione di urgenza-emergenza, ed estendere il bonus di 200 euro a lavoratori precari pubblici e privati, operai agricoli, operatori dello spettacolo ed in somministrazione. Occorre allargare la platea degli sconti in bolletta, rendere permanente il taglio delle accise, defiscalizzare i benefit contrattuali fino a mille euro, tagliare drasticamente l'Iva su acquisti di beni di largo consumo per le famiglie in difficoltà. La nostra proposta è azzerare il prelievo sulla contrattazione di secondo livello, a partire dagli accordi di produttività e di welfare, mettere sotto controllo prezzi e tariffe. Questo ci aspettiamo nel decreto di fine luglio».

Quali sono le vostre proposte sulle pensioni?

«Non possiamo permettere che si arrivi a gennaio senza una riforma che dia al sistema maggiore sostenibilità, flessibilità e inclusione. Chiediamo: pensione di garanzia per i giovani, sconti contributivi alle madri lavoratrici, sostegno pubblico all'adesione alla previdenza complementare, maggiore supporto ai lavoratori precoci e Ape sociale permanente e allargata. Bisogna poi riconoscere a tutti i lavoratori la libertà di uscire dal mondo del lavoro a partire da 62 anni o 41 di contributi».

Dove bisognerebbe reperire le risorse finanziarie?

«Le risorse ci sono e vanno trovate nell'innalzamento del prelievo sugli extra-profitti delle imprese energetiche e delle multinazionali della logistica ed economia digitale, occorre reinvestire e redistribuire il super gettito Iva prodotto dall'innalzamento dei prezzi. E poi me lo lasci dire: abbiamo ogni anno una evasione di quasi cento miliardi. Basterebbe recuperarne una parte per fare una seria operazione di equità fiscale».

Il segretario Cgil Landini non esclude la possibilità di portare i lavoratori in piazza in autunno. Siete favorevoli?

«Siamo abituati come Cisl a giudicare l'albero dai frutti. Vedremo quale sarà l'esito del confronto con il governo. L'autunno non sarà facile. La Cisl continuerà ad incalzare il governo e le associazioni datoriali.

L'antagonismo sterile o il conflitto fine a se stesso non sono gli strumenti che oggi possono portare risultati concreti ai più deboli. È il tempo della responsabilità verso un nuovo patto sociale che guardi al bene comune del Paese».

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