Roma Non fermate il Terzo Valico. Pietro Salini, ad di Impregilo, lancia un appello al governo. «Noi da soli, come impresa con i lavori già firmati, potremmo offrire 5mila posti di lavoro - dice Salini - E invece non lo possiamo fare per questioni burocratiche. I soldi già sono stati stanziati, e allora bisogna cercare di trasformare questi progetti in realtà perché il Paese senza lavoro reale non cresce. Non bastano gli annunci bisogna dare gli stipendi e bisogna far sì che la gente sia al lavoro».
Salini non potrebbe essere più chiaro di così quando critica il reddito di cittadinanza, ovvero l'erogazione di uno stipendio senza lavoro, perché, insiste, gli «investimenti bisogna farli spendendo, pagando gli stipendi a fine mese, costruendo fisicamente le opere: questo dà sviluppo al Paese». La strada indicata da Salini è partire dai contratti che «ci sono già: non vogliamo sovvenzioni, né favori, vogliamo lavoro per noi e le nostre famiglie. Sono in gioco migliaia di posti di lavoro». Salini ha pure ricordato che il contratto risale al '92 e che nel resto del mondo opere analoghe si chiudono in 4/5 anni al massimo. L'imprenditore impegnato nella realizzazione del Terzo Valico, ieri ha assistito alla messa per Santa Barbara, nel cantiere di Fegino. Messa celebrata anche dal cardinale arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco. «Il Terzo valico è un'opera importante, significativa e nazionale che andrà avanti perché il contrario sarebbe un suicidio per il Paese», ha detto Bagnasco nella sua omelia.
L'opera al momento è ferma per l'analisi costi-benefici voluta dal governo. E proprio ieri il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli ha annunciato l'ennesimo rinvio dei bandi per le grandi opere. «La Francia condivide il nostro metodo e l'opportunità di una analisi costi-benefici approfondita e finalmente obiettiva sul Tav Torino-Lione - ha scritto Toninelli sui social -.
Ho siglato con la mia omologa di Parigi, Elisabeth Borne, una lettera per chiedere congiuntamente a Telt, il soggetto attuatore, di pubblicare oltre la fine del 2018 i bandi dapprima attesi a dicembre. Con la Francia stiamo conducendo un iter condiviso, ordinato e di chiarezza. Adesso condivideremo il percorso con la Commissione europea, applicando in pieno il contratto di governo».
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