Milano Primarie sì, no, forse. A Milano ieri l'ennesimo cortocircuito sulla data della consultazione, con scambi di accuse feroci tra Pd e Sel, alleati sempre più improbabili (anche) nella città dove il sindaco Giuliano Pisapia rivendicava un modello di governo possibile. Fuori il quadro non è meno teso. A Roma circola il nome di Roberto Giachetti, ma il Pd è ancora in alto mare. A Napoli la candidatura di Antonio Bassolino toglie il sonno a Matteo Renzi.
Ma è nel capoluogo lombardo che il Pd sta rischiando il big bang. «Avevo chiesto a Pisapia di ricandidarsi e ha detto no, poi gli ho detto di cercare insieme il candidato e ha detto che ci volevano le primarie, adesso se ne salta fuori con Francesca Balzani» si era sfogato Renzi mercoledì dopo l'incontro con il sindaco che ha scombinato i piani. Lunedì prossimo doveva partire la raccolta firme per le candidature alle primarie e (secondo i rumors) poteva coincidere con il lancio del commissario Expo Giuseppe Sala. Dopo otto mesi passati a difendere il ruolo di arbitro delle primarie, Pisapia ha scelto il delfino: la sua vice Balzani, definita «meno divisiva» del manager. L'ha portata a Roma da Renzi. «Faremo primarie vere, aperte e partecipate» la dichiarazione ufficiale del Pd a fine incontro.
Ma Renzi era stato chiaro: mai più un caso Liguria, se Sel partecipa garantisca lealtà fino in fondo. E aveva chiesto al sindaco di trovare un accordo con la sinistra per allungare i tempi della raccolta firme (dal 7 febbraio al 20, per dare più tempo a Sala che chiuderà il contratto con Expo a fine dicembre) e a spostare il voto dal 7 febbraio al 28, se non addirittura al 6 marzo. Pisapia ha firmato il patto senza fare i conti con la distanza non solo territoriale ma politica tra i coordinatori di Sel nazionali e milanesi. Ieri alle 18 doveva riunirsi il comitato organizzativo per predisporre i moduli della raccolta firme, ma il Pd ha fatto saltare l'incontro. Tutto congelato. «Doveva partire la macchina organizzativa ma gli esponenti del Pd non si sono presentati, boicottando di fatto l'avvio delle primarie già decise e sottoscritte da tutta la coalizione» l'accusa della coordinatrice milanese di Sel, Anita Pirovano. È «un fatto gravissimo e chiediamo al Pd chiarezza e trasparenza sul percorso che si erano impegnati a percorrere. Milano non bisogno di giochini».
Non si fa attendere la replica del segretario milanese del Pd Pietro Bussolati, che chiama in causa il sindaco: «Sel non è accorta che mancava tutta la coalizione, non solo il Pd. Motivo semplice: dopo il viaggio di Pisapia tutti aspettavano da lui l'indicazione di una data per le primarie e nell'attesa non si può riunire alcun tavolo. Nessun boicottaggio, il Pd è pronto». Falso fanno sapere dallo staff del sindaco: aveva indicato il 28 febbraio.
Ma il suo modello è sul viale del tramonto, anche il movimento civico del 2011 lo ha isolato. E nessun assessore oggi si schiera con la Balzani. Si rischia una campagna surreale, con la giunta che chiede di votare chi ha già detto chiaro: «Io non sono Pisapia».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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