Il salto nel vuoto simbolo della fuga dal terrore

Il Tamigi come le Torri Gemelle: meglio sfidare l'abisso che arrendersi alla jihad

Il salto nel vuoto simbolo della fuga dal terrore

Nell'abisso spalancato sotto le Twin Towers si agitano le acque gelide del Tamigi. L'incubo 11 settembre 2001 reincarnato nel 22 marzo 2017. I primi video dell'attacco al cuore di Londra restituiscono fotogrammi di terrore. Quel Suv lanciato a folle velocità falcia i passanti e lascia morti e feriti sul marciapiede, orrendo déjà vu di Nizza e Berlino. Eppure l'immagine che urta più del sangue è il volo di una persona giù dal ponte di Westminster. Il tuffo disperato di una ragazza che cerca di sfuggire alla morte sfidando un tabù persino più oscuro: il salto nel vuoto. Andreea Cristea ha 29 anni, è architetto e viene dalla Romania. Si trovava in vacanza a Londra con il fidanzato. Passeggiava in direzione della London Eye quando ha incrociato i fari di quell'auto, come gli occhi di una tigre affamata. Ma Andreea, raccontano, non è rimasta pietrificata dalla paura. Ha scelto di combattere gettandosi nel Tamigi color piombo. Non sappiamo ancora se ha vinto la sua battaglia per la sopravvivenza. Oggi è il suo compleanno. The falling woman resterà nella memoria condivisa di questo ennesimo massacro. Proprio come, 16 anni dopo, The falling man fotografato da Richard Drew a testa in giù verso il nulla mentre le Torri Gemelle bruciano e crollano, è l'icona di tutte le 2.974 vittime. L'uomo che precipita si chiamava probabilmente Jonathan Briley, 43 anni, lavorava in un ristorante.

Jonathan e Andreea sono i simboli, loro malgrado, di una fetta di Occidente che affronta il salto nel vuoto. E preferisce giocarsi ogni giorno la vita guardando in faccia l'abisso, piuttosto che permettere all'islamismo liberticida di portarcela via.

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