Cronache

Salva l'allievo dall'incidente. Il pilota (disabile) è un eroe

Aereo precipitato nell'Adige: l'istruttore, paraplegico, è riuscito a liberarlo prima che rischiasse di affogare

Salva l'allievo dall'incidente. Il pilota (disabile) è un eroe

Aereo da turismo precipita nell'Adige durante una lezione di volo. Il pilota atterra di pancia ed evita il peggio, ma l'allievo rimane bloccato e rischia di affogare. Allora l'istruttore si immerge e fa uscire l'apprendista bresciano dalla cabina del Cessna 210. Guadagnerà la riva. Ma - e questa è la notizia - l'eroico pilota è un certo Paolo Pocobelli, 48 anni paraplegico di Milano, il primo uomo in Italia ad ottenere tutte le licenze di volo: sportiva, privata e commerciale. Mica uno qualunque. Pocobelli, soccorso dal 118 e trasportato all'ospedale di Borgo Trento, si è fratturato il femore, se la caverà con tre mesi di riposo.

È una storia importante quella di Paolo Pocobelli, uno che non ha mai rinunciato al sogno di volare nonostante la disabilità. Pocobelli è l'anima di «Ali per tutti», l'associazione che ha fondato per permettere ai portatori di handicap di prendere il brevetto per guidare velivoli ultraleggeri o di aviazione generale con piccole modifiche strutturali. Ci è riuscito proprio qui a Verona, facendo diventare la scuola di volo di Boscomantico l'unica in Italia in grado di diplomare piloti disabili. La sua è una storia di rinascita e di vittoria. Il primo paraplegico in Italia ad ottenere tutte le licenze di volo è iscritto alla Federazione Italiana Piloti Disabili. È stata proprio la sua grande passione per il cielo a «tradirlo» costringendolo, a soli 22 anni, a vivere su una carrozzina. «Mi stavo lanciando con il paracadute», racconta mettendosi a nudo tutte le volte che la sua esperienza può essere d'aiuto a chi pensa di non farcela, «e ho avuto un incidente, mi sono rotto tutto, soprattutto alcune vertebre, ed eccomi ancora qui».

Ma torniamo all'incidente di venerdi. Stando al rapporto dei vigili del fuoco, l'ultraleggero era partito da Boscomantico ed era precipitato nel corso d'acqua in località Colombina, a Settimo di Pescantina, forse durante l'inizio della manovra di atterraggio o forse mentre il pilota cercava di eseguire la manovra «touch and go». L'impatto fortunatamente non è stato fatale e i due occupanti sono riusciti a uscire dalla carlinga dell'aereo e a raggiungere l'argine dell'Adige a nuoto, un po' più a valle rispetto a relitto, che si sarebbe «fermato» all'altezza di via Scuole. In loro aiuto sono arrivati i vigili del fuoco con due squadre e un mezzo di supporto.

Alla scena del salvataggio hanno assistito diverse persone: «Mia sorella è stata la prima ad accorgersi che qualcosa non andava per il verso giusto quando ha sentito passare l'aereo che faceva uno strano rumore - racconta al Corriere del Veneto un agricoltore -. Poco dopo, abbiamo sentito un tonfo e sono accorso subito a vedere. Quando sono arrivato, ho visto l'aereo in acqua e due corpi che cercavano di arrivare sulla riva, uno a fatica. Ha preso in mano la situazione evitando la tragedia. Ha tenuto l'aereo parallelo all'acqua, consentendo così la planata e permettendo di finire di pancia nel fiume», prosegue un'altra persona che ha assistito all'incidente. Quanto alla causa dell'incidente molto probabilmente è da ricondurre a una piantata del motore, fenomeno che porta l'aereo a bloccarsi.

Il «Cessna 210 Centurion» è un velivolo a sei posti con retrattile e monomotore. Venne lanciato nel gennaio 1957 e prodotto dalla Cessna fino al dicembre 1986.

Magari sarebbe il caso di mandarlo in pensione.

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