Su 140mila risparmiatori rovinati dal decreto salva-banche del governo nel novembre 2015 (dei quali 12.500 acquirenti di titoli), ne verranno rimborsati, si e no, 4mila. E ancora non si sa quando. Ecco servita l'ultima polpetta avvelenata di Renzi a chi ha comprato obbligazioni dalle quattro banche fallite (Banca Marche, Banca Etruria, CariFerrara e CariChieti). Ad annunciare la cattiva notizia è Letizia Giorgianni presidente dell'Associazione vittime del salva banche che, insieme agli altri dell'associazione, da mesi si batte in giro per l'Italia e con le proprie risorse per veder riconosciuti i loro diritti violati.
L'incontro dell'altro ieri con Banca d'Italia e con il Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd) istituito a dicembre 2015 con il compito di provvedere ai rimborsi dei risparmiatori truffati e che dopo nove mesi non è ancora pienamente in funzione, è stato un fallimento su tutta la linea. Come una la gara a chi se ne lava le mani per primo.
«Il vice presidente del Fitd ci ha detto che non è neppure stato interpellato nel procedimento di legislatura - spiega Giorgianni - e ci hanno fatto intendere, neppure troppo velatamente, di non aver assolutamente intenzione di tirare fuori soldi, quindi verosimilmente faranno di tutto per rimborsare meno persone possibili. Lo scenario che si apre è quindi quello di una miriade di richieste rifiutate».
Ma siccome al peggio non c'è mai fine «ci è stato confermato che basterà inviare la domanda per la richiesta del rimborso per essere preclusa automaticamente la possibilità di poter accedere all'arbitrato, anche in caso di diniego della domanda di rimborso forfettario» e che dall'interpretazione della legge fatta dal Fidt «sono esclusi dal rimborso quei risparmiatori che hanno acquistato i bond delle quattro banche fallite non in contropartita diretta ossia quelli acquistati dal cliente di una banca diversa da quella che li ha emessi». Il tutto quando ancora non sono usciti i decreti attuativi per l'arbitrato e la scadenza per i rimborsi promessa da Renzi (il 30 giugno) è già passata da un pezzo. «Ci hanno spiegato che non sono nemmeno stati ultimati i programmi informatici in grado di calcolare ed erogare i rimborsi, e sono già trascorsi 70 giorni». Il tempo in certi casi è un buon dottore e per questo Renzi ha interesse a lasciarlo correre: pur di salvare banche, banchieri amici e parenti dei ministri, preferisce passare sopra alle vite di un manipolo di persone che, politicamente, sono poco rilevanti. Vedremo se al voto questa valutazione gli darà ragione oppure torto. Beffa della beffa: l'esclusione di altri 1.500 risparmiatori dai fantomatici rimborsi è stata concordata con 14 associazioni dei consumatori, ovvero le stesse alle quali molti di loro pagano la tessera.
Battaglia sui numeri ieri mattina a CoffeeBreak su La7 dove Luigi Marattin, sul cui bigliettino da visita si legge «consigliere economico del presidente del Consiglio» è stato inviato da Renzi per bastonare quegli ingordi dei risparmiatori che rivogliono i loro quattrini. Il semisconosciuto emissario si è però duramente scontrato con la Giorgianni. «Eh ma dobbiamo metterci d'accordo: lo Stato non può rimborsare un investimento azionario andato male, eh», attacca risentito Marattin. Peccato che, per ora, a non essere rimborsati non siano solo quegli sprovveduti degli azionisti, ma tutti quanti. «Se abbiamo parlato di management truffaldino - ribatte Giorgianni - è perché anche gli azionisti hanno i loro diritti e non possono essere esclusi. Ma qui stiamo parlando anche dell'esclusione della maggior parte degli obbligazionisti, vuoi per reddito, vuoi perché hanno firmato le obbligazioni dopo il 14 giugno del 2014, cioè dopo l'uscita della direttiva europea. E le banche si sono guardate bene da informarli». «Non abbiamo mai detto che sarebbero stati rimborsati tutti», si giustifica Marattin.
«Quando Renzi dice che ci sono vincoli europei, perché questi vincoli si sono fatti valere per Banca Marche, Banca Etruria, CariFerrara e CariChieti e non per altre banche che sono state salvate col fondo interbancario?», ribatte Giorgianni.«Sulle banche il mondo del giornalismo ha dormito», ha accusato il premier l'altra sera a Porta a Porta. Ma non tutti i giornalisti dormono.
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