Una petizione con oltre cinquemila firme arrivate da tutto il mondo, un gruppone Facebook da settemila seguaci, e pure un hashtag, #iostoconCloe . Una mobilitazione in piena regola, capace di tramutare il dolore di una tragedia in una battaglia d'amore per salvare un cane condannato a morte. Il mondo degli animalisti insorge per sottrarre alla soppressione Cloe, il pastore belga che il 25 maggio scorso, a San Martino del Tagliamento, nel pordenonese, ha azzannato, uccidendola, Astrid Guarini, di soli tre anni, mentre giocava in cortile con la cuginetta.
La dinamica della tragedia resta ancora da chiarire, ma stando alla ricostruzione, la piccola avrebbe dapprima offerto e poi sottratto delle crocchette al cane, provocando la reazione violenta di un animale che mai aveva dato segni di aggressività. Quel morso, però, è stato fatale per la piccola. E mentre il sostituto procuratore di Pordenone, Maria Grazia Zaina, con un atto dovuto ha iscritto nel registro degli indagati la madre della bambina, Mara Menotto, e lo zio, Loris Truant, proprietario del cane, con ipotesi di reato di omicidio colposo per mancata vigilanza, l'Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali) di Udine ha lanciato e depositato in Procura un appello sottoscritto con migliaia di adesioni giunte da tutta Italia ma non solo, anche da Europa, Usa, Canada e Sudamerica, per strappare il cane all'abbattimento e chiederne «il reinserimento nel contesto sociale». Perché la soppressione, si legge nella petizione, sarebbe «un ulteriore sacrificio di una creatura innocente e inconsapevole, un atto ingiusto, considerato anche che la dinamica dell'incidente non è tuttora chiara e Cloe, ovviamente, non può fornire la propria versione dei fatti».
L'ultima parola sul destino del cane, riferisce la procura, spetterà ora all'autorità sanitaria, che si esprimerà solo dopo aver esaminato gli accertamenti dei veterinari. Intanto al Rifugio di Villotta di Chions, dove Cloe è richiusa da sola in un box, fanno sapere che per lei ci sono già diverse richieste di adozione.
I dieci giorni di osservazione stabiliti per legge per valutare la presenza della rabbia sono trascorsi e oggi «il cane sta bene – conferma la presidente del canile, Adriana Bozzer –.
Non ha turbe comportamentali, per questo chiederemo a chi di dovere il via libera per l'adozione. Cominciamo a prendere contatto diretto con i tanti che si sono fatti avanti, giudicando quelli più idonei, che sottoporremo comunque all'autorizzazione dell'Asl».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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