Sipario e cambio di scenario politico. Matteo Salvini, dopo mesi di frenate e accelerazioni, sortite solitarie e messaggi in chiaroscuro sull'unità del centrodestra, annuncia a Panorama di essere pronto a costituire un ticket con Silvio Berlusconi, perché Lega e Forza Italia unite possono «mandare a casa Renzi». È l'ufficializzazione della ricostituzione di quell'asse che per oltre 20 anni ha reso il centrodestra competitivo, la presa d'atto che si può giocare davvero la partita delle Politiche, al di là della legittima volontà di massimizzare il proprio risultato elettorale.
L'apertura, ovviamente, non può che far registrare forte soddisfazione dalle parti di Forza Italia. «Salvini ha capito che se non andiamo uniti facciamo il gioco di Renzi...» è il pensiero che filtra da Villa Certosa, dove Berlusconi sta trascorrendo gli ultimi giorni di vacanza prima dell'autunno caldo in Parlamento. Il presidente del partito azzurro guarda con attenzione alle mosse di Salvini, che con le sue uscite ha movimentato la politica ferragostana. Preferisce non fare nessuna dichiarazione pubblica, ma a chi ha modo di sentirlo spiega di aver gradito le parole di apertura del segretario del Carroccio. L'ammissione del numero uno di via Bellerio, all'insegna del realismo, viene vista come una presa d'atto di quella sinergia necessaria, condizione fondamentale per la competitività del centrodestra. Certo il timore dei continui strappi salviniani non è ancora cancellato. Così come non ci si illude sulla definizione delle gerarchie e su una pacifica distribuzione dei poteri all'interno della coalizione, tanto più con il Carroccio in vantaggio nei sondaggi.
Dalle parti di Piazza San Lorenzo in Lucina si ragiona, comunque, sulle evidenze del realismo politico. Nell'era dell'Italicum Forza Italia e Lega sono «costrette» a navigare insieme e a trovare meccanismi di collaborazione ancora più stringenti rispetto al passato. Inoltre le Amministrative del 2016 si affacciano all'orizzonte e bisogna iniziare a preparare il terreno per giocarsi davvero la partita. Restano, però, nodi importanti da sciogliere. La Lega non ha affatto rinunciato a esprimere una candidatura per Milano e molti legano la svolta salviniana al desiderio di acquisire crediti per la corsa a Palazzo Marino. Per Forza Italia, però, il capoluogo lombardo ha una valenza storica e identitaria imprescindibile e gli azzurri non sono disposti a mollare di un centimetro. La trattativa dovrà quindi entrare nel vivo al più presto e forse soltanto la candidatura di Paolo Del Debbio potrebbe evitare un logorante braccio di ferro.
In attesa di affrontare questi nodi Forza Italia festeggia. Mariastella Gelmini spedisce un messaggio al leader leghista: «A Salvini dico: si riparta da Milano. Lega e Fi offrano a Milano le loro migliori energie, innovino la politica facendo insieme una proposta nuova e credibile». Renato Brunetta dà il «ben arrivato a Salvini» e sottolinea la naturale affinità delle due offerte politiche.
«Il 90% del nostro programma è comune, c'è molta più omogeneità tra Lega e Fi che tra le varie anime del Pd». Francesco Giro invita Fi e Lega «ad aggredire il partito più grande: quello del non voto». E Maurizio Gasparri allarga il campo e invita i «partitini a riflettere sul velleitarismo delle loro posizioni».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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