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Salvini: "Ci sono 6mila teppisti Niente stop per i cori razzisti"

Il ministro dell'Interno boccia la Supercoppa a Gedda: «Match in Arabia tra burqa e veli? No, non lo guarderò»

Salvini: "Ci sono 6mila teppisti Niente stop per i cori razzisti"

Prevenire è meglio che curare. «E, siccome alla ripresa del campionato Genoa-Milan si gioca di sera, e chi conosce l'ambiente sa che i rapporti fra le tifoserie non sono proprio sereni, mi piacerebbe che si svolgesse alla luce del sole». Il ministro dell'Interno Matteo Salvini approfitta della pausa di campionato per provare a fare un proposta/dispetto alle pay-tv e a bocciare «l'ossimoro» della supercoppa italiana in Arabia Saudita il 16 gennaio. Non la guarderà, promette. «Tra burqa, veli e donne ghettizzate sugli spalti di Gedda sai che tristezza: no, non ce la faccio proprio. C'è un fatturato di miliardi di euro, non entro nel merito di scelte aziendali, ma quella sera farò altre cose».

Nel frattempo fa il punto sulla sicurezza degli stadi, ribadendo il no allo stop delle partite. A prescindere dalla motivazione. Che poi è sempre la stessa. E racconta: «Leonardo Bonucci lo conoscete, ha un bel caratterino. Ultimamente è stato oggetto di buu da parte del pubblico degli stadi, ma lui è più bianco di me». Anche sul divieto di trasferta occorre prudenza, sennò si rischia l'autogol. «Sarebbe la resa dello Stato, faremo il possibile perché il calcio sia degli italiani perbene. Se lo Stato non è in grado di garantire un gioco di sabato e di domenica, vuol dire che non è in grado di fare il suo mestiere. Dobbiamo garantire che chi sbaglia non viene sospeso per qualche mese. Chi sbaglia da tifoso deve essere punito pesantemente, chi sbaglia da tesserato deve essere punito il doppio». E lancia la proposta. «Meglio tornare subito alle trasferte collettive, sono più controllabili mille tifosi sul treno con carta identità, codice fiscale e carta di credito rispetto a cento minivan che girano per la città».

Salvini non vede gli stadi italiani così brutti e cattivi come vengono generalmente raccontati. Anzi, li vorrebbe più colorati e coloriti di quanto siano. «I dati a nostra disposizione relativi al periodo dal primo luglio al 30 novembre 2018, rispetto al 2017, ci dicono che il calcio è uno sport più sano rispetto al recente passato. Poi, certo, ci sono gli imbecilli che provano a rovinare tutto». Insiste sul problema della sospensione delle partite in caso di presunto coro razzista. «È un tema scivoloso. Perché è un funzionario del ministro dell'Interno che si prende l'onere di dire sì o no. Poi si rischia di mettere in mano a pochi il destino di tanti, e chi decide il criterio di discriminazione? Preferisco prevenire e responsabilizzare che fermare tutto così all'improvviso».

Infine qualche dato sugli incidenti dentro e fuori gli stadi. Sono in calo un po' ovunque: «Il numero dei feriti tra i tifosi si è ridotto del 60 per cento, tra i poliziotti del 24 per cento, azzerato quello sugli steward a cui proveremo a dare più competenze e poteri di quanto non ne abbiano ora».

Detto ciò, la violenza è sempre dietro l'angolo. «L'obiettivo - conclude il ministro leghista - è sradicare la delinquenza dentro e fuori gli stadi. Però dobbiamo fare un distinguo tra chi porta i coltelli in uno stadio e chi esibisce uno striscione colorito o fa certi cori. La responsabilità penale è personale e non collettiva. Stiamo parlando di 12 milioni di persone a fronte di seimila teppisti.

L'invito è di non confondere i tifosi, che sono il 99 per cento del totale, con i delinquenti».

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