Politica

Draghi al Colle, Salvini: "Scadenze? Irrispettoso"

Il capo del Carroccio si è soffermato sull'ipotesi, nei prossimi mesi, di un addio del premier al governo per salire al Quirinale

Il leader della Lega Matteo Salvini
Il leader della Lega Matteo Salvini

“Noi siamo qui per risolvere i problemi e lavorare senza scadenze, siamo un governo di ricostruzione nazionale, che coinvolge tutti quelli che si rimboccano le maniche per far ripartire l'Italia. Non mi sembra rispettoso mettere scadenze a Draghi. Oggi c'è un consiglio dei ministri in cui ci saranno una ventina di miliardi in campo per aiutare gli italiani che ne hanno più bisogno". A pronunciare queste parole è stato il leader della Lega, Matteo Salvini, nel corso della trasmissione Agorà di Rai3. Il capo del Carroccio si è soffermato sull'ipotesi, nei prossimi mesi, di un addio del premier al governo per salire al Quirinale. “Siamo qua per curare e risolvere i problemi economici degli italiani. Di questo mi occupo e preoccupo. Restituire lavoro agli italiani è il mio obiettivo”, ha ribadito Salvini.

Il leader della Lega ha poi continuato: “Se qualcuno evita di portare in Parlamento temi divisivi fa un buon servizio a Draghi, a Mattarella e al Paese. Se parli di ddl Zan, di Ius soli e di temi che evidentemente dividono non fai un buon servizio agli italiani”. Chiaro il messaggio inviato agli alleati sulle due leggi che il centrosinistra vorrebbe far approvare in Parlamento e che stanno generando polemiche e divisioni all'interno della coalizione di governo. Sul tema del riconoscimento di alcuni diritti e di tutele contro le discriminazioni, Salvini ha poi aggiunto: "Io voterei domani mattina, noi come centrodestra abbiamo presentato al Senato un testo contro chi aggredisce, insulta o discrimina senza però tirare in mezzo i bambini o inventarsi nuovi reati che processano le idee”.

Sulle politiche e sulle misure per il contenimento degli sbarchi dei migranti il capo del Carroccio ha affermato: “Dobbiamo parlare con Draghi. Io porto in dote agli italiani dei risultati, non idee o promesse. Quando ero al ministero dell'Interno, nel 2019, gli immigrati irregolari sbarcati furono circa 1.200, quest'anno siamo quasi a 14mila, con tutti i problemi che ne conseguono. Non è possibile che, nell'estate della ripartenza, si preveda l'arrivo di migliaia di persone ogni settimana”. Un riferimento Salvini lo ha fatto anche per le ultime notizie che giungono dalla Spagna.

"Lì – ha concluso – c'è un governo di sinistra, con un premier socialista e se un premier socialista manda l'esercito alla frontiera e rimpatria 4mila irregolari in poche ore, vuol dire che il problema non è di destra o di sinistra o un problema che vede solo Salvini”.

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