
Dopo ore di riflessione sulla delusione toscana e fibrillazioni all'interno del partito sul ruolo del generale Vannacci, Matteo Salvini torna in campo e ricomincia dal Veneto. Ieri sera a Padova ha ufficializzato la candidatura a governatore di Alberto Stefani. "Sono qui da militante tra militanti. Che battaglia, quanti tavoli e quanti notti di trattativa, ma essere qui con un candidato della Lega che vincerà in Veneto, è una delle più grandi gioie".
Riparte dal fortino leghista, Salvini, per lanciare la corsa al governo del dopo Zaia. Il governatore era in prima fila ma resta una questione aperta, tanto che ieri mattina aveva punto il partito: "Se sono un problema, vedrò di farlo creare veramente questo problema. Poi vedremo come". Zaia lo svela poco dopo dal palco: "Sarò capolista in tutte le province".
Salvini dal palco lo ha ringraziato per aver guidato "il miglior governo regionale in Europa, non sarà semplice portare avanti questa buona amministrazione". E poi ha rilanciato i temi storici, l'autonomia, i 35 anni di battaglie, perché la Lega ha "una storia di straordinaria coerenza a dispetto di quello che scrivono alcuni giornalisti".
Non sono stati giorni facili per il segretario, con il Carroccio scivolato al 4,4% in una regione, quella toscana, sì storicamente ostile, ma mai così tanto da far segnare il sorpasso, che brucia, da parte di Forza Italia. Dati che hanno alimentato i malumori indirizzati a Salvini sulla figura di Vannacci, che ha coordinato quella campagna elettorale e che sempre di più tiene le redini di una parte della Lega. Martedì, al consiglio federale convocato in via Bellerio a Milano, nella sua casa storica, verrà posto anche il tema Vannacci e della "vannaccizzazione" del partito. Salvini potrebbe tornare a chiedere unità e che tutti remino nella stessa direzione.
Intanto si rileggono i dati della sconfitta toscana. Un'analisi Swg che rivela come la quota di astenuti più alta nel centrodestra si sia registrata proprio tra i leghisti, uno dei motivi del crollo. È infatti stato il Pd a portare alle urne la quota maggiore di propri elettori, mentre il M5s ha trascinato al voto meno della metà della sua base del 2024. Il 10% degli elettori di Forza Italia invece ha scelto Giani.
Ma Salvini deve confrontarsi con chi, e sono sempre di più tra i big del partito, chiede un ridimensionamento del generale. L'ala più critica rimprovera al segretario di avere lasciato troppo spazio a Vannacci, che esprime le posizioni più estreme, e di aver abbandonato le battaglie storiche e più identitarie, così come la presenza sui territori e il rapporto con gli elettori di sempre, anche la parte più moderata rappresentata dagli imprenditori del Nord. Più o meno sotto traccia sono in molti a premere sul segretario affinché non ci siano più "strutture parallele" e che argini il "team" del generale. Il capogruppo Riccardo Molinari lo ha detto senza giri di parole: "La Toscana è una regione che comunque aveva una sua classe dirigente, che in questa campagna elettorale è stata estromessa".
È un affondo sulla gestione affidata a Vannacci proprio in quella Regione: "La Lega ha preso sempre voti da destra, da sinistra e al centro proprio perché post ideologica. Se si fa meno della media nazionale, vuol dire che buona parte degli elettori leghisti in quel messaggio non si è riconosciuta. Ripartiamo da questo errore e non commettiamolo più".