Salvini: "Marine, liberaci dalla gabbia Ue". Renzi e il Pd ora sperano nella diga Macron

Mélanchon rianima i populisti di sinistra. "Così il Ps rischia l'estinzione"

Salvini: "Marine, liberaci dalla gabbia Ue". Renzi e il Pd ora sperano nella diga Macron

Roma - Non si sa dove sarebbe potuto arrivare, lo scrutinio per Emmanuel Macron. Andava a gonfie vele, almeno fino all'endorsement di Matteo Renzi. «Se fossi francese voterei volentieri per Macron», rispondeva Matteo in una diretta live su Facebook. Roba da scongiuri pesanti, come sa bene Hillary Clinton.

Fortuna vuole che il successo di Macron abbia resistito sia al «tifo» renziano che a quello del partito trasversale dell'establishment. Che ha la sua indiscutibile punta di diamante nel sottosegretario agli Affari esteri, Sandro Gozi, il quale a metà proiezioni di voto suonava già la fanfara in virtù di una vantata intimità con «il mio caro amico Emmanuel». «Una vittoria che ci dice che i tanti detrattori dell'Europa che inneggiavano alla Frexit hanno avuto torto; che i cittadini europei hanno detto no alla paura e alla logica perversa innescata dal terrorismo; che non hanno ascoltato le sirene dei populisti...». Poi devono averlo avvisato del testa a testa con Le Pen e, soprattutto, che ci sarà un secondo turno.

Medesimo fremito entusiasta ha preso la vicesegretaria uscente del Pd, Debora Serracchiani, che ha visto «l'onda della destra antieuropeista guidata dalla Le Pen che si è fermata davanti al realismo e a un radicato senso democratico dei francesi». Boom. Facile prevedere ora la convergenza di quasi tutti gli altri candidati sul vincitore del primo turno. Il segretario del Psi, Riccardo Nencini fa gli scongiuri: «Ora sostenere Macron senza tentennamenti o quel poco di Europa che ci resta addio».

Ne sarebbe ultrafelice il capo leghista Matteo Salvini, che rilancia la frase lepennista: «Il Popolo rialza la testa» per aggiungervi il suo fervido sostegno: «Forza Marine, è ora di liberarsi dalla gabbia di Bruxelles!». Abbastanza felice del risultato anche il populista di sinistra Stefano Fassina, che cinguetta giulivo: «Grande risultato per Mélenchon nonostante non arrivi al secondo turno. Rinasce la sinistra di popolo, merci!». Fa da contraltare la tristezza di Arturo Scotto (Mdp): «Il crollo di Hamon è una campana che suona per tutti, il socialismo francese rischia l'estinzione». Più articolato il ragionamento di Francesco Boccia, che vede andare al ballottaggio «due minoranze», il che comporterà «inevitabili tensioni di tenuta sociale».

L'avvento di una «società molto frammentata» anche in Francia, dice Boccia, «deve spingere il sistema italiaano verso coalizioni chiare, grazie a un premio di maggioranza alla coalizione. L'unico modo per garantire stabilità».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica