Salvini: "Nel '400 dicevano: la Cupola non starà in piedi"

Il ministro cita Brunelleschi. Barricate del Pd. Renzi: "Prima strade e treni"

Salvini: "Nel '400 dicevano: la Cupola non starà in piedi"
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Pontieri o sabotatori? Il via libera definitivo al progetto esecutivo del ponte sullo Stretto di Messina con l'approvazione formale del Cipess ha subito riacceso lo scontro tra sostenitori e irriducibili oppositori della grande opera per eccellenza: quella che dovrebbe unire la Sicilia alla terraferma. Così nel governo si sprecano i plausi e si esulta per un'infrastruttura considerata strategica, mentre l'opposizione parte con il tiro al bersaglio: c'è chi reclama altre priorità e chi, semplicemente, boccia il ponte tout court. Sembra insomma il solito clima italico in cui la partigianeria prevale sull'interesse comune, e una chiave di lettura la offre proprio il "pro-ponte" per eccellenza, Matteo Salvini (nella foto) che ospite di Agorà, ieri mattina su RaiTre, ha ironizzato: "Ricordiamo nel 400 Brunelleschi, la cupola di Firenze. Anche allora c'erano i no cupola, c'erano quelli che dicevano non starà mai in piedi. Anche allora dicevano prima della cupola, facciamo altro". Al partito del no ovviamente non si iscrive la maggioranza, compatta nell'esultare per il via libera. A cominciare dalla premier, Giorgia Meloni, che ammette: l'opera non è "facile", però è "un investimento sul presente e sul futuro dell'Italia, e ci piacciono le sfide difficili quando sono sensate", e lasciano alle prossime generazioni "un'Italia più connessa, più competitiva, più coesa". Felici, ovviamente, i "prossimi connessi" governatori di Calabria e Sicilia, Roberto Occhiuto e Renato Schifani. Nella trincea opposta, quella dei contrari o dei "benaltristi", si schiera invece l'intera opposizione: da Elly Schlein a Giuseppe Conte, fino a Nicola Fratoianni. Fiancheggiata da Legambiente e dal movimento "No Ponte", fondato anche dall'ex sindaco di Messina Renato Accorinti, per il quale prima del ponte ci sarebbe "ben altro" da fare: treni, acqua, porti commerciali.

Una logica che sembra condividere anche il leader di Italia Viva, Matteo Renzi. Non contrario all'opera in sé, ma pronto a rilanciare: "Prima fogne, strade, ferrovie". Il ponte che dovrebbe unire le due sponde dello Stretto divide, ancora una volta, l'Italia della politica.

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