Politica

A Salvini non frega un Fico secco

I Cinque Stelle mimano il gioco delle parti per tenere a bada l'elettorato e l'alleato. Ma il leader della Lega se ne frega

A Salvini non frega un Fico secco

Saranno le europee, sarà il contratto che non contiene tutti i sospesi derivanti dai precedenti governi ma lo scontro c’è e si acuirà ancor di più sino alla presentazione delle candidature. Se Salvini ha un partito monolitico, i Cinque Stelle mimano il gioco delle parti per cercare di tener a bada l’alleato e l’elettorato. Se Fico non accetta il rifiuto del ministro all’Interno, relativamente alla richiesta della magistratura di poterlo processare, così come dichiara volontà opposte alla chiusura dei porti ed allo sbarco, in Italia, dei migranti; Salvini non si astiene dalla risposta piccata: "Fico dice no a tutto, tranne agli sbarchi dei migranti e ai processi contro il sottoscritto. Comunque passi indietro non ne chiediamo".

Chiara la visione e chiara la strategia dei grillini: movimento di governo e di piazza per mantenersi in esecutivo, ed alla guida del Paese, e riferimento della pancia degli italiani. Salvini non chiede passi indietro ma, parallelamente, non vuol farne infatti si reca sul cantiere Tav, malgrado la visione degli alleati, e parla a chi potrebbe riempire la pancia degli italiani. Lo fa sapendo che a maggio si voterà sia per Bruxelles che per la metà dei comuni italiani. Per Salvini il Popolo ha bisogno di certezze e la infrastrutture rimettono in circolo capitali, smuovono l’economia e creano occupazione. I Cinque Stelle lo hanno capito e cercano di barcamenarsi pur sicuri di perdere consensi rispetto a marzo ma non in riferimento alle elezioni europee di cinque anni fa. Per Di Maio e Di Battista, per ora interpreti del gioco delle parti, a maggio nulla dovrebbe cambiare perché come sempre, in politica, si può sempre dire di aver vinto (nessuno perde mai) con la lettura strumentale tra il 2014 ed il 2019. Di Battista conserva il ruolo di battitore libero e pseudo rivoluzionario sud americano e Di Maio non ha compreso che in caso di crisi di Governo sarà lui il primo a perder la corona. Salvini avrà i numeri, i Cinque Stelle continueranno il gioco spiegando agli elettori, già parzialmente delusi, che l’unica cosa possibile, per evitare il ritorno degli altri, sarà governare con i leghisti accettando anche alcune contraddizioni, ed il Ministro all’Interno non se ne fregherà un Fico secco..

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