Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, tiene il punto. Per lui i migranti a bordo di Open Arms non sbarcheranno nonostante abbia contro la parte pentastellata del governo, dal premier Giuseppe Conte al ministro della Difesa, Elisabetta Trenta e nonostante l'Unione europea abbia confermato che sono sei i Paesi disposti ad accoglierli (Francia, Germania, Lussemburgo, Portogallo, Romania e Spagna).
Oltretutto, il vicepremier ha annunciato ieri che il responsabile del Poliambulatorio di Lampedusa ha assicurato che dei 13 naufraghi sbarcati per «motivi medici» dall'imbarcazione uno aveva un'otite, mentre gli altri stavano bene.
La sua reazione è stata dura: «Siamo davanti all'ennesima presa in giro della Ong spagnola su nave spagnola - ha detto ieri -, quella Open Arms che per giorni ha girovagato nel Mediterraneo al solo scopo di raccogliere più persone possibili per portarle sempre e solo in Italia. In tutto questo tempo sarebbero già andati e tornati in un porto spagnolo tre volte! Queste Ong - ha proseguito - invece fanno solo battaglia politica, sulla pelle degli immigrati e contro il nostro Paese. Ma io non mollo». Ieri la portavoce della Commissione europea, Vanessa Mock, ha detto che «la situazione a bordo è insostenibile, con persone bloccate in mare per giorni e settimane. Ricordiamo ancora una volta - ha detto poi - che servono soluzioni sostenibili nel Mediterraneo affinché quelle persone possano sbarcare in modo sicuro e veloce e che possano ricevere l'assistenza di cui hanno bisogno». Per lei la responsabilità non è «di uno o di un paio di Stati membri, ma di tutta l'Europa». Ha quindi chiarito che la Commissione è disposta a sostenere «le soluzioni che i governi vorranno mettere in campo», ma che lo sbarco non è di sua competenza.
Ciò che appare chiaro è che il ministro Salvini sembra avere tutti contro, ma è solo apparenza. La soluzione di continuare a tenere il punto, infatti, piace agli italiani, che nei sondaggi gli danno ragione e sui social insultano a ripetizione sia Conte che la Trenta, accostandoli di non avere «a cuore la sovranità nazionale». Quella della parte pentastellata del governo, infatti, sembra una chiara ripicca nei confronti del vicepremier leghista in seguito all'annuncio di voler far cadere il governo. I 5 stelle, un tempo d'accordo con la linea salviniana, infatti, sembrano aver preso una deriva che sa di inciucio col Pd ed essersi omologati ai buonisti che gridano all'accoglienza. Tra coloro che si lamentano anche moltissimi militari, che accusano la Trenta di «fare campagna elettorale sulla pelle delle Forze armate» e di aver messo in imbarazzo la Marina «costringendo due navi a scortare Open Arms». La convinzione è che il ministro della Difesa segua i dettami dell'Europa, di cui sta facendo il gioco perché punterebbe in futuro ad assicurarsi un posto a Bruxelles.
Peraltro, non si capisce il perché dell'accanimento nell'opporsi a un Decreto sicurezza bis che proprio i 5 stelle hanno fatto passare, facendo quindi entrare una nave in acque italiane dopo 15 giorni, quando per andare in Spagna, Paese di origine della Ong, sarebbero occorsi solo 4 giorni di navigazione. Salvini, però, sembra essere un osso duro: «Riapertura di porti e mangiatoie - ha detto ieri -? Non nel mio nome. L'unica disumanita è quella di chi, balbettando e arretrando, favorisce il business schifoso dell'immigrazione clandestina».
Intanto, il Viminale ha dato mandato all'Avvocatura di Stato, che sta lavorando per presentare il ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar che ha sospeso gli effetti del Decreto sicurezza bis, di fatto consentendo a Open Arms di entrare in acque italiane. Il ricorso dovrà però avere l'ok di Palazzo Chigi.
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