C'era una volta la Lega filo-russa. Era il 2017: Matteo Salvini indossava magliette raffiguranti il presidente russo Vladimir Putin e il carroccio stringeva accordi con il partito dello zar, Russia Unita. L'inchiesta del Metropol su Gianluca Savoini e i presunti fondi alla Lega ha cambiato radicalmente le carte in tavola: da allora Salvini ha smesso di guardare a est per concentrare i suoi sforzi verso Washington: ha capito, dal suo punto di vista, che senza l'appoggio degli Stati Uniti non si può governare l'Italia, Paese strategico per la Nato, posto al centro del Mediterraneo. Il lavoro di questi mesi di vicinanza all'amministrazione Trump sta pagando ed ecco che Matteo Salvini ha ricevuto la consacrazione all'estero che attendeva: un'intervista fiume al Wall Street Journal, il più autorevole quotidiano conservatore del mondo. Sembrano così lontani i tempi del famoso tweet di Donald Trump a Giuseppe Conte, che il 27 agosto dello scorso anno benedisse la nascita del governo giallo-rosso elogiando "l'altamente rispettato primo ministro della Repubblica italia, Giuseppi Conte". Uomo, disse Trump, "molto talentuoso, che spero resti primo ministro".
Salvini elogiato dal Wall Street Journal
Nello stesso periodo, non a caso, l'Attorney General William Barr e il procuratore John Durham venivano accolti a Roma, in due incontri separati, dai vertici dei nostri servizi alla ricerca di qualche informazione sul professore maltese Joseph Mifsud e sulle origini del Russiagate. In attesa che quell'inchiesta guidata da Durham faccia luce, l'impressione è che i rapporti tra l'amministrazione Trump e Giuseppi si siano raffreddati e il mondo conservatore Usa ora guardi con grande interesse e stima a Matteo Salvini. Come nota Libero, spazi simili, su quel giornale, sono offerti a capi di Stato e leader internazionali della massima importanza, non a personaggi bolliti sul viale del tramonto, come alla sinistra italiana e agli editorialisti progressisti piace dipingere il segretario leghista. L'intervistatore elogia l'operato di Salvini: "Se in Italia si votasse oggi", scrive il quotidiano conservatore, "i sondaggi dicono che Matteo Salvini sarebbe il prossimo primo ministro". E come "falco dell'immigrazione", nota l'intervistatore, "Salvini sembra una versione più competente di un certo politico americano".
"Ho sempre creduto in Trump"
Per il leader leghista, è l'occasione d'oro per esprimere tutta la sua vicinanza all'amministrazione Trump e al tycoon. "Sono stato uno dei pochi politici italiani che ha creduto nella sua vittoria e ha tifato per lui quattro anni fa. Continuo a credere che sia stato un buon presidente e spero che venga rieletto". Ma l'elemento forse più importante di tutta l'intervista è rappresentato dal fatto che su "alcune questioni internazionali", come le relazioni con Cina, Iran, e i rapporti con Israle, lui e Trump, "hanno la stessa identica opinione". Se Matteo Salvini diventasse primo ministro, infatti, "Gerusalemme sarebbe riconosciuta dal mio governo come capitale di Israele" e le relazioni con Cina e Iran - avversari strategici degli Usa - sarebbero addirittura "sospese".
Salvini promette un netto cambio di rotta anche sul 5g, come richiesto a suo tempo dal Segretario di Stato Mike Pompeo. E questo per Washington - chiunque vinca le elezioni presidenziali di novembre - rappresenta un elemento fondamentale. "Dati sensibili, no. La Cina che controlla i dati e le reti italiane, assolutamente no". E questo, sottolinea il Wall Street Journal, "sarebbe un cambiamento notevole, poiché l'attuale governo di coalizione di Roma è stato relativamente amichevole nei confronti di Pechino".
Insomma, la nuova Lega atlantista piace molto agli americani: e anche se alle prossime elezioni presidenziali dovesse trionfare Joe Biden, molto legato ai dem e all'ex premier Matteo Renzi, potrebbe godere di quell'appoggio necessario per governare in futuro il Paese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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