Coronavirus

Salvini ricompatta i suoi: sì al green pass, più tamponi

Il leader concorda con i governatori i 5 punti contro l'obbligatorietà: "Solo per ospedali e ruoli più delicati"

Il leader della Lega Matteo Salvini
Il leader della Lega Matteo Salvini

La questione dell'obbligo vaccinale per la Lega va chiarita al più presto, perciò «in settimana», dice Salvini, ci sarà un incontro tra lui e Draghi. L'accelerazione del premier sul tema ha ricompattato la Lega, che invece sul green pass e sulla campagna vaccinale ha sensibilità molto diverse al suo interno, in certi casi opposte. Invece sull'obbligatorietà le varie anime leghiste, da quelle più governative ai no-pass alla Borghi, sono più allineate. Per ricalibrare le uscite ed evitare di alimentare l'immagine di un partito spaccato, il leader della Lega ha convocato tutti i governatori per una videoriunione da cui far uscire una linea comune. Il risultato è un programma in cinque punti: promozione della campagna vaccinale, utilizzo del green pass «ma senza complicare la vita agli italiani», tamponi gratuiti per alcune categorie, possibilità di usare tamponi salivari molecolari per ottenere il green pass, estensione dell'utilizzo degli anticorpi monoclonali. E l'ipotesi di introdurre l'obbligo? La Lega resta contraria, ma rispetto al giorno precedente apre uno spiraglio a Draghi concedendo che sull'obbligo potrebbe starci ma «solo in via eccezionale per alcune categorie specifiche». L'idea è che si possa prevedere l'obbligatorietà in «case di riposo, strutture ospedaliere» e «ruoli più delicati». Tra le categorie che potrebbero essere interessate dall'obbligo vaccinale Salvini esclude gli insegnanti, «sono vaccinati al 90%. Quando mia figlia torna in classe a me interessa che trovi una brava maestra, non vado a chiedergli cosa ha fatto e cosa no». Altrettanto sbagliato pensare all'obbligo «per tutto il settore del pubblico impiego, anche per coloro che non hanno a che fare con i cittadini mi sembra assolutamente sbagliato». Sull'obbligo generalizzato la risposta leghista è quindi no, «paga molto di più la scelta, la spiegazione, l'educazione, rispetto alla costrizione, all'obbligo, alla multa, al divieto», il modello è la Lombardia dove a settembre si arriverà a 85 persone vaccinate su 100, annuncia il governatore leghista Attilio Fontana. «La Lega divisa? É una speranza di qualcuno - dice il presidente lombardo -. Tutti sono contrari all'obbligo vaccinale, che rischia di essere controproducente, suscitando paura nelle persone. Bisogna convincere la gente. E la Lombardia lo dimostra, abbiamo cambiato marcia da quando è iniziata la campagna vaccinale perché abbiamo convinto i cittadini. Sono assolutamente d'accordo con Salvini».

La Lega intanto in Parlamento sta lavorando per modificare il testo del dl green pass che arriva oggi in aula alla Camera, con il rischio che il governo metta la fiducia. Anche su quello ci sono dei distinguo, sì per grandi eventi e per riaprire in sicurezza le attività ma «mi rifiuto di pensare al green pass in metropolitana a Milano alle 8 di mattina». La Lega non ha nessuna intenzione di mettersi fuori dalla maggioranza, come invece dice il segretario Pd. «Letta ogni giorno si alza e spera che la Lega esca dal governo. Chi visse sperando...» dice Salvini.

«Di lasciare l'Italia in mano a Pd e 5 Stelle non abbiamo nessuna attenzione, questi approvano tasse, sbarchi, ius soli».

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