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Salvini si fida del premier ma non dei vecchi ministri

Il leader leghista convinto del sostegno a Draghi. "Ora cambio di passo per Lamorgese e Speranza"

Salvini si fida del premier ma non dei vecchi ministri

«Questa è la squadra e sono contento. Sui tecnici che non conosco non posso esprimere giudizi. Per le conferme, come Speranza, Lamorgese, è chiaro che con il nuovo Governo si richiederà un cambio di passo». Matteo Salvini non usa mezze misure, lo dice con convinzione e storce il naso sull'operato dei ministri del Conte II che sono stati riconfermati. Per lui, lo ha ribadito ieri a «Mezz'ora in più», condotto da Lucia Annunziata, i titolari del Viminale e del ministero della Salute dovranno cambiare registro se vorranno lavorare bene anche con la Lega. D'altronde il caos Sanità in epoca di pandemia, col piano di distribuzione dei vaccini che va a rilento, è sotto agli occhi di tutti. Come lo sono gli evidenti sbagli sulle scelte legate ai migranti e con i porti ancora aperti nonostante il rischio contagi da Covid. Il leader del partito del Carroccio, peraltro, venerdì sarà nuovamente a processo a Catania per il caso Gregoretti. Suona quasi come una stortura, un controsenso, visto che ora è azionista di governo assieme a coloro che lo fecero rinviare a giudizio. Ma anche perché giusto ieri 149 immigrati sono sbarcati a Porto Empedocle dalla nave Open Arms. L'ennesimo carico di gente di fronte alle coste libiche che fa quasi rimpiangere i decreti Salvini.

«Noi - ha tenuto a dire - ci battiamo contro l'immigrazione clandestina, gli immigrati regolari sono miei fratelli, l'immigrazione controllata e qualificata è un fattore positivo ma va sconfitta quella clandestina, penso che con Draghi su questo saremo in perfetta sintonia». E ancora: «Io rispetto le scelte del presidente Draghi, non chiederò la sostituzione di nessuno, ma spero che a livello di squadra si cambi, e si passi all'ascolto delle famiglie, dei cittadini, dei lavoratori». Per poi chiarire, a proposito degli impianti sciistici: «Di salute si occupano gli scienziati, non è una scelta politica. Io semplicemente chiedo al ministro Speranza di pianificare. Non puoi dire sì il 3 febbraio, poi no il 14 febbraio in vista del 15 febbraio. Servono organizzazione e pianificazione. Non si può fare apri e chiudi, bisogna pianificare». E non è mancata la frecciatina al consigliere di Speranza, Walter Ricciardi: «Prima di terrorizzare gli italiani, fai il favore di parlarne con il presidente del Consiglio. Non ci sta che un consigliere una domenica mattina si alzi e senza dire nulla al suo ministro o al presidente del Consiglio parli di una chiusura totale».

Insomma, Salvini è deciso e oltre alla salute degli italiani, alla ripresa delle imprese, alla pace fiscale, vuole un vero e proprio «cambio di passo nella lotta alla droga, alla mafia e nella gestione dell'immigrazione clandestina». Non «politiche sovraniste, ma solo applicare quello che fanno altri Paesi. Draghi ha detto che i confini italiani sono confini europei, non era un capriccio di Salvini. Penso - ha proseguito - che abbia l'autorevolezza per ottenere in Europa quello che Conte non è riuscito a ottenere». Ha quindi parlato della sua svolta europeista, adducendola a una modifica dell'atteggiamento anche degli altri Paesi. Ciò che per ora ha ottenuto sono tre ministeri, di cui uno, quello per le Disabilità, voluto espressamente dalla Lega.

Chissà che Draghi non lo ascolti anche su tante altre questioni.

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