«L'appello a non vaccinarsi è un appello a morire, oppure a far morire». Le parole del premier, Mario Draghi, che ha annunciato così il decreto legge Covid 19 con l'introduzione dal 6 agosto del green pass obbligatorio per partecipare alla gran parte delle attività sociali in luoghi pubblici, sono bastate perché il numero delle richieste di vaccinazione si impennasse in tutta Italia, a partire da Milano. Si va dal 15 al 200%. I sondaggi sostengono che la maggioranza dell'elettorato sia favorevole. Ma riecco anche le manifestazioni no vax.
Forza Italia continua a ripetere la parola d'ordine «responsabilità», e Mariastella Gelmini, Anna Maria Bernini e il responsabile sanità degli azzurri, Andrea Mandelli, sono tra i primi a festeggiare la buona notizia dei vaccini in ascesa. «Chi contesta il green pass si sbaglia, è un passo avanti verso il ritorno alla libertà» dice Licia Ronzulli, responsabile di Fi dei rapporti con gli alleati. La sorpresa è che tra i convertiti c'è il segretario della Lega, Matteo Salvini, che si è vaccinato alla Fabbrica del Vapore a Milano. Ha lanciato un appello: «I vaccini salvano la vita, invito tutti a mettersi in sicurezza. Non costringo nessuno, ma nessuno mi convincerà mai che bisogna vaccinare i bimbi di 12 anni». Toni incandescenti contro il green pass da Giorgia Meloni, che dall'opposizione di Fdi parla di «inquietanti» «parole di terrore» di Draghi. Provoca il premier: «I Paesi europei che sconsigliano il vaccino a bambini e adolescenti, stanno quindi invitando la popolazione a morire?». Ancora: «Misura economicida che devasta il nostro turismo. Picconato lo stato di diritto». Ma sul piano personale rassicura: «Mi vaccino e non sono no vax».
La linea della Lega è ben diversa. Salvini chiede di «non limitare gli italiani che non hanno il green pass» e rivendica come un risultato leghista che «non sia richiesto per i trasporti o per lavorare», che è invece motivo di contestazione da parte del neo Fdi Lucio Malan, che per queste contraddizioni tra locali pubblici e mezzi pubblici definisce il provvedimento «irrazionale e ingiusto». Al momento resta anche confermata la fiaccolata leghista contro il green pass mercoledì prossimo a Roma.
Al centro e a sinistra prevale la soddisfazione. Il presidente della Camera, Roberto Fico, sta studiando come applicare la norma ai deputati, come suggerisce dal Pd Alessia Morani. Da Iv Maria Elena Boschi chiede alla presidente del Senato, Elisabetta Casellati, di fare altrettanto. Matteo Renzi definisce «surreale la posizione di una parte del sindacato contraria al green pass». La convergenza tra il segretario Cgil, Maurizio Landini, e quello della Lega irrita il leader di Iv.
Salvini ha annunciato la svolta vax a suo modo, postando una foto con caffè e codice Qr in un angolo. I ministri leghisti hanno poi aperto una lotta sulle discoteche. Visto che anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha dichiarato che avrebbe avuto più coraggio nello sperimentarne le aperture, la Lega non è stata da meno. «Riteniamo che non ci siano più le condizioni di pericolo per le discoteche all'aperto» la nota di Giancarlo Giorgetti, Erika Stefani e Massimo Garavaglia. Una bega, sia pure minore, proprio nel giorno in cui Draghi deve fronteggiare l'assedio di M5S sulla giustizia. Sulla stessa linea, dall'opposizione, Carlo Fidanza e Francesco Lollobrigida di Fdi: «Il governo favorisce le feste abusive».
Fino al vaccino di ieri, il punto fermo di Salvini era il tweet del 13 luglio scorso «Vaccino tampone o green pass per entrare in bar e
ristoranti, non scherziamo». Salvini aveva saltato l'appuntamento del 28 giugno per il tribunale e ripeteva di non voler rispettare la fila e che lo avrebbe fatto in agosto. Era una scusa e si capiva. Ieri è passato all'azione.
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