Il blitz dei 5S, poi l'ira della Lega. "Adesso Draghi intervenga"

Il leader della Lega punta il dito contro Pd e Movimento 5 Stelle: "I dem insistono sul ddl Zan e i grillini sul no al termovalorizzatore. Così mettono a rischio il governo"

Il blitz dei 5S, poi l'ira della Lega. "Adesso Draghi intervenga"

Le continue richieste divisive del Partito democratico e i "no" del Movimento 5 Stelle mettono sempre di più a rischio il governo guidato da Mario Draghi, a cui di certo non passano inosservate le divisioni tra i partiti di maggioranza. Ecco perché Matteo Salvini ha chiesto al Pd e al M5S di finirla con le provocazioni politiche e con i veti, richiamando al clima di unità per cui è nato l'esecutivo. "Sono preoccupato per due cose per la vita del governo", ha fatto sapere l'ex ministro dell'Interno.

L'avvertimento di Salvini

Il leader della Lega, intervenuto a margine di un evento a Milano, ha puntato il dito contro gli attuali compagni di maggioranza: ai grillini ha imputato la colpa di essersi intestardirti contro la realizzazione del termovalorizzatore a Roma; ai dem ha rinfacciato la loro insistenza su tematiche divisive come il ddl Zan e lo Ius soli.

Salvini ritiene che pensare di minacciare una crisi di governo per la resistenza al termovalorizzatore nella Capitale "è qualcosa di assolutamente privo di senso", anche perché sembra che i 5 Stelle vogliano lasciare "la monnezza per strada a Roma". Allo stesso modo il Pd, nonostante il caos in Parlamento, non si arrende con le sue bandierine. "Se c'è qualcuno che mette a rischio il buon lavoro della maggioranza del governo è il Pd con il ddl Zan e la legge elettorale e i 5S con i loro assurdi no ai termovalorizzatori", ha fatto notare Salvini.

Le provocazioni del Pd

Il Partito democratico infatti ha annunciato la volontà di continuare a portare avanti la battaglia su due temi ben precisi: da una parte non intende fare sconti per l'approvazione definitiva del ddl Zan; dall'altra ha rilanciato ancora una volta lo Ius culturae e lo Ius scholae, che però in molti giudicano come uno Ius soli mascherato. Il segretario Enrico Letta vorrebbe portarli a casa entro il 2023, così da poter sbandierare qualcosa in occasione del ritorno alle urne previsto per la primavera del prossimo anno.

I "no" del M5S

Pure il Movimento 5 Stelle recita la propria parte e continua a battersi contro il termovalorizzatore, non escludendo di adottare la linea dura se non si seguisse la strada indicata dai grillini. Nel M5S più di qualcuno ha fatto notare che mettere la fiducia sul decreto Aiuti sarebbe come oltrepassare la linea rossa: in quel caso, sostengono alcuni pentastellati, bisognerebbe interrogarsi sull'opportunità di abbandonare la maggioranza e ricorrere a drastiche decisioni.

Nel dl Aiuti c'è infatti una norma che dai 5 Stelle viene interpretata come un'autostrada che, nei fatti, consentirebbe la nascita del termovalorizzatore a Roma. Per questo il deputato Francesco Silvestri ha annunciato che il M5S è pronto a presentare un emendamento al dl Aiuti: non si vogliono sopprimere i poteri al commissario, ma modificare i perimetri dei poteri del sindaco per togliere fuori il termovalorizzatore. "Se il governo mette la fiducia, a quel punto lo strappo è ancora più grave e quindi maggiore sarà la riflessione sul da farsi", ha avvertito Silvestri.

La mossa dei 5 Stelle però non è affatto piaciuta alla Lega.

Fonti del Carroccio giudicano "gravissimo" il fatto che una forza di maggioranza presenti un emendamento "per lasciare Roma nella sporcizia e nel caos". "Si facciano sentire", è l'appello rivolto dalla Lega al premier Mario Draghi e ai cittadini romani.

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